Foto Roma Today. Ancora un grave episodio di bullismo tra ragazzini. Che si è verificato nel mese di febbraio, ma che a chiusura indagini è stato reso noto solo in queste ore. A finire pestato dal ‘branco’, un quindicenne attirato in una trappola da una sua coetanea compagna di scuola. Colpa del malcapitato, secondo la balorda teoria dei suoi aggressori, l’essere testualmente una ‘spia’ dei prof. Ai quali avrebbe spifferato i nomi di alcuni alunni che avevano disturbato una lezione. Così il ragazzino, quando è andato a piazza don Giovanni Bosco per vedersi con la sua comitiva, ha trovato un’amara sorpresa. La sua compagna che lo aveva chiamato si è dileguata, mentre un gruppetto lo ha circondato. Scaraventandolo per terra, e colpendolo con calci e pugni.
Fortunatamente, A.C. (iniziali di fantasia, perché l’aggredito è un minore ndr) ha riportato solo alcune escoriazioni e diverse contusioni. Ma la gravità del fatto è balzata subito agli occhi dei genitori. Che hanno sporto denuncia ai Carabinieri di zona. Così sono partite le indagini, utilizzando anche i social e i profili di alcuni ragazzi. E raccogliendo informazioni perfino nei corridoi della scuola. Alla fine, sono stati individuati sette minorenni, quattro ragazzi e tre ragazze. Come autori materiali del pestaggio. E almeno tre di loro, hanno anche girato un video. Che poi hanno messo in rete. Forse per vendetta, come in un’assurda sfida,
Così la Polizia interviene in “dad” in supporto dei nostri studenti
Pestaggio e cyber bullismo a don Bosco, sette minorenni picchiano e filmano un compagno di scuola. Ora rischiano il processo
A finire nei guai per questa ennesima vicenda di bullismo nella capitale, sette studenti romani – tra cui 3 ragazzine -. Tutti di età compresa tra 13 e 15 anni e incensurati, provenienti dai quartieri di Cinecittà, Don Bosco, Torpignattara e Pigneto. La Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Roma e i Carabinieri di Cinecittà, dopo un’ indagine, li hanno identificati e denunciati. Le accuse nei loro confronti sono, a vario titolo, di “lesioni personali aggravate in concorso, diffamazione, diffusione di riprese e registrazioni fraudolente”. Per aver adescato un loro compagno di scuola in un vero e proprio agguato. Averlo picchiato, deriso. E poi per aver messo in chat il filmato. In gruppi i cui membri erano i giovani della scuola frequentata da A.C. e non solo. Adesso i sette rischiano un processo, mentre potrebbe esse ancora più grave la posizione di chi ha materialmente realizzato e diffuso il video. Un’altra brutta storia, per un’adolescenza che sembra sempre più sbandata. E dedita a una violenza gratuita senza senso, che ci lascia tutti senza parole.
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