Atac, la capienza al 50% rimane sulla carta. E dei controllori neanche l’ombra

Sembra proprio che la riduzione della capienza al 50% disposta per tutti i mezzi pubblici di trasporto dall’ultimo DPCM a Roma sia destinata a rimanere solo sulla carta. Un po’ come le famose ‘grida’ di manzoniana memoria, quando mancava la forza e l’autorità per far rispettare le leggi. Ecco, nel caso della Capitale il problema sembra essere proprio quello della mancanza di controlli. Troppo esigua la flotta dei verificatori sui mezzi mezzi di superficie, e non andrebbe meglio neppure sulle banchine della metropolitana. O sul trenino della Roma Lido. Ma assembramenti eccessivi vengono segnalati dai vari blog degli utenti anche su alcune tratte ferroviarie, come dal Labaro a Piazzale Flaminio. E sulla FR3, da Cesano a La Storta fino a Termini. Insomma, una situazione molto difficile che soprattutto rischia di non garantire a Roma un trasporto pubblico sicuro e conforme alla legge emergenziale vigente. D’altro canto gli autisti sono sul piede di guerra, perché non spetta a loro contare quante persone stiano sull’autobus. E se qualche passeggero si sia abbassato la mascherina, o si sia seduto su un posto vietato. Di quelli che dovrebbero restare liberi per garantire il famoso distanziamento. Che a Roma sembra essere sempre più una chimera.
Bus e metro, da oggi capienza al 50% anche a Roma. Ma le immagini parlano da sole

Gli autisti Atac inferociti, non dobbiamo controllare noi la capienza al 50% e il distanziamento sui mezzi

Non soltanto passeggeri sempre più preoccupati, ma anche autisti sul piede di guerra. Questa la difficile situazione che sta vivendo Atac, all’indomani dell’ultimo DPCM. Quello che limita al 50% la capienza massima su bus e metropolitane. Se ci facciamo sentire e chiediamo di rispettare le regole, rischiamo anche di essere presi a male parole. O aggrediti. Queste alcune delle dichiarazioni rilasciate al messaggero.it da un gruppetto di autisti sabato mattina a Piazza dei Cinquecento. E d’altronde di episodi di intolleranza alle norme ce ne sono stati eccome in questi mesi. Dalla donna nigeriana che in primavera aveva spaccato il plexiglass di protezione su un mezzo della linea 495 al Tiburtino fino alle aggressioni registrate a Centocelle e Tor Bella Monaca. Con un uomo che si era rifiutato di mettersi la mascherina e spegnere la sigaretta. Ma non sono mancate neanche le baby gang, a spruzzare spray al peperoncino in metropolitana o a terrorizzare i passeggeri al Nuovo Salario. I sindacati da tempo chiedono maggiori tutele per autisti e operatori di esercizio, ma purtroppo sembra che nulla sia cambiato. E qualche sigla come la Faisa Sicel ha anche organizzato corsi di autodifesa personale in palestra. Ma è ovvio che ci vorrebbero più controllori. Con la qualifica di pubblici ufficiali e la possibilità di far rispettare le regole e punire gli indisciplinati. Senza precipitare nel Far West.

Atac, la Raggi non protegge gli autisti e loro vanno a imparare a difendersi in palestra

Altre linee al privato, così il Comune alza bandiera bianca

In mancanza di un numero di controllori adeguato e con troppi pochi autobus in strada, Atac ancora una volta ha chiesto aiuto al privato. Per l’esattezza, a quel consorzio Roma Tpl che già opera su circa il 20% delle linee periferiche. E che è giunto alla ennesima proroga dell’affidamento, in attesa di una fantomatica gara. Adesso saranno i consorziati a mettere qualche centinaio di pullman in più. Mezzi che sono fermi in rimessa, perché con il covid il turismo è stato azzerato. Ovviamente però nulla sarà gratis, e le inefficienze nel trasporto pubblico saranno ancora finanziate con le tasse dei contribuenti romani. Intanto Atac fa sapere che otto linee stanno passando (per ora) alla gestione privata. Esattamente 070, 246, 246P, 515, 709, 731, 795 e 118. Basteranno per avere meno ressa alle fermate la mattina presto per recarsi più sicuri al lavoro? I dubbi restano tutti.
https://www.ilmessaggero.it/roma/news/bus_roma_distanziamento_controlli_ultime_notizie_6_novembre_2020-5568364.html