Bus e metro, da oggi capienza al 50% anche a Roma. Ma le immagini parlano da sole

Da oggi la capienza dei mezzi pubblici scende per legge dall’80 al 50 per cento. Questo ha disposto l’ultimo DPCM del premier Conte, per tentare di arginare almeno in parte la seconda ondata del contagio da covid 19. E la misura vale anche nelle Regioni cosiddette più sicure. Quelle in ‘fascia gialla’ come il Lazio. Secondo la classificazione proposta dal Comitato tecnico scientifico e fatta propria dal governo. Che tantissime polemiche sta suscitando in tutta Italia. Capacità dimezzata dunque anche per il trasporto pubblico nella Capitale, almeno in teoria. Ma la realtà stando ai post e ai video messi in rete dagli utenti sembra essere molto diversa. Infatti specialmente la mattina presto, gli assembramenti su bus e metro e alle fermate delle stazioni di scambio sembrano inevitabili. E i pendolari continuano a viaggiare ammassati come sardine. Certo, ormai tutti indossano la mascherina. Ma di distanziamento sociale neanche a parlarne. E la paura di contagiarsi in bus o in metropolitana cresce di giorno in giorno. Insieme alla rabbia di chi deve lavorare, e non può scegliere per un diverso mezzo di trasporto. Inutile anche aspettare la corsa successiva, perché si finirebbe solo per accalcarsi in stazione o sul marciapiede. Troppo pochi gli autobus disponibili e messi in strada da Atac, e la vera ‘movida’ non c’è più la sera. Ma la mattina presto, per recarsi al lavoro.

In autobus e metro come sardine, i sindacati scrivono al Prefetto

Circa 1500 bus in strada, ma un terzo della flotta Atac resta in rimessa. E si chiede di nuovo soccorso ai privati

La flotta di bus dell’Atac tra mezzi vecchi e nuovi supera di gran lunga le 2000 unità. Ma in strada ne circolano molto meno, tra i 1200 e i 1500 al giorno. Tra mezzi fermi in rimessa per revisione, riparazioni lunghissime e pezzi di ricambio che non arrivano. Compresi i 49 filobus del corridoio della mobilità del Laurentino. Tristemente fermi alla rimessa di Tor Pagnotta. Così per cercare di fornire più vetture all’utenza, si fa ricorso ancora una volta ai privati. Per carità, in un momento in cui i pullman gran turismo sono fermi al palo, può essere anche giusto. Ma prima bisognerebbe sfruttare al massimo il potenziale che si ha in casa. E che viene pagato con le tasse di tutti i cittadini. Un primo SOS il Campidoglio lo aveva lanciato già in primavera. E in quel caso ad aggiudicarsi il servizio extra era stato lo stesso consorzio Roma TPL. Che già gestisce in proroga molte linee periferiche in città, per un costo stimato di circa 2,5 milioni di euro. Per qualche centinaio di autobus in più per strada, fino al 31 luglio.

Mancano mezzi e controllori. Ma per l’assessore Calabrese è stato fatto più ora che negli ultimi 20 anni

Dovrebbero essere 328 gli autobus aggiuntivi messi in strada da ora a fine anno. Anche grazie al ricorso ai privati.  Con la promessa di averne 900 in più entro il 2021. Questi i dati con i quali si difendono l’assessore alla mobilità Pietro Calabrese e l’Atac. Uno sforzo che non avrebbe pari negli ultimi 20 anni. Ma intanto la situazione è quella che i pendolari e gli utenti del trasporto pubblico romano conoscono bene. E con la quale fanno i conti ogni mattina. Troppo pochi i treni della metropolitana, e stazioni spesso chiuse per guasti alle scale mobili o altri disservizi. Come successo a Barberini, Spagna e Cornelia. E adesso a Termini e Castro Pretorio. E mezzi su gomma super affollati e spesso in ritardo. Con i controllori che sono pochi e introvabili.  Così tra le promesse della politica e la realtà quotidiana si e’scavato un abisso. E il 50% della capienza sui mezzi pubblici dell’Atac a Roma rischia di rimanere solo sulla carta.

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