Ennio Morricone, sono morto e non voglio disturbare. Il necrologio del Maestro

Come tutti i grandi, lo sapeva da un pezzo. Che la vita sarebbe finita da lì a poco, questione di qualche mese. O di pochi anni. E si era voluto preparare, scrivendosi da solo il necrologio. Non un testamento, ma un arrivederci. Diretto ai suoi tanti amici vicini e lontani. Con una sola preoccupazione. Non dare fastidio e non disturbare. Il Maestro Ennio Morricone se ne è volato via così, in punta di piedi. Riservatamente, circondato solo dagli affetti più cari. Lui che avrebbe potuto riempire qualunque piazza d’Italia con i suoi fan. O avere una camera ardente in Campidoglio o all’Auditorium. Invece la stanza in cui era ricoverato al campus biomedico è stata subito resa off limits. Ma non ce ne sarebbe neanche stato bisogno, perché tutti hanno rispettato scrupolosamente le volontà del Maestro. Troppo il rispetto per chi ha segnato una pagina indimenticabile della Musica italiana e mondiale. Che nel caso di Morricone, è stata semplicemente arte. Ai massimi livelli. Vicino a lui negli ultimi momenti pochissime persone. La moglie Maria, i figli e le sorelle. E l’amico di sempre Peppuccio Tornatore con l’avvocato Giorgio Assumma.

Sono morto, si legge nel breve necrologio scritto di suo pugno da Morricone. Lo annuncio così a tutti gli amici che mi sono stati vicini. E anche a quelli un po’ lontani. Grandezza di un Maestro. Anche nella vita, fino alla fine.

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Ennio Morricone, già celebrati i funerali in forma privata

Sono già stati celebrati i funerali in forma strettamente privata di Ennio Morricone, scomparso all’alba della giornata di ieri. Lo riporta tra gli altri l’agenzia Adn Kronos. Che annuncia come il Maestro sia stato seppellito in un cimitero romano. Sulle note della colonna sonora del film Mission, al quale era molto legato. Niente pubblicità, niente fan e curiosi al suo funerale. Così aveva voluto Morricone, e le sue volontà sono state rispettate da tutti. Nel massimo riserbo. Nel necrologio scritto di suo pugno Morricone era stato lucidissimo e chiaro. Non voleva disturbare. Dopo la caduta di un mese fa e la rottura del femore il grande compositore 91 enne si era comunque preparato alla sua eventuale scomparsa. Mi dispiace per i miei figli, ha scritto in quelle poche righe vergate di suo pugno. Spero che abbiano capito quanto gli ho voluto bene. Ma l’ultimo saluto, il più struggente è stato per la moglie Maria. Il suo grande amore e la compagna di una vita. E’ l’addio più doloroso, ha scritto Morricone. A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare.

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Per il Maestro il Campidoglio pensa all’Auditorium 

E ora il Campidoglio pensa di intitolare l’Auditorium al Maestro Ennio Morricone. Una scelta importante, della quale ha parlato anche la sindaca Raggi. Sarebbe pronta una mozione che l’Aula Giulio Cesare approverà certamente in modo unanime. E poi potrà partire l’iter amministrativo per intitolare il luogo simbolo della musica a Roma a uno dei più grandi e amati compositori di tutti i tempi. Speriamo davvero che questa bella iniziativa vada in porto, e che la burocrazia non ne rallenti troppo l’iter. Perché una volta tanto siamo tutti d’accordo, politici opinionisti e sentimento popolare. Ennio Morricone è stato un figlio di Roma e un grande Italiano, e la sua memoria va onorata al meglio dalle istituzioni. Come da ciascuno di noi.

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