FdI: “Il governo riapra subito cinema e teatri con le regole degli studi tv”

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“Se viene garantita la presenza fisica negli studi televisivi, non comprendiamo come mai non possa essere permesso lo stesso per teatri, cinema e sale da spettacolo”. Lo afferma il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Cultura, deputato Federico Mollicone.

“La cultura è allo stremo e i consumi culturali, in particolare dei teatri, sono calati fino al 90% in meno. Già Fratelli d’Italia chiese in un ordine del giorno, approvato dal governo, di garantire la capienza dei 2 terzi delle sale da spettacolo e degli eventi dal vivo in completa sicurezza. I dati Agis, infatti, mostrano come nei mesi di riapertura la percentuale di contagi riscontrata nei teatri e nei luoghi della cultura sia prossima allo zero. Va, comunque, garantita la continuazione nell’erogazione dei ristori e incentivi alla ripartenza, dato che le riaperture saranno allineate alle stagioni teatrali”, conclude Mollicone.

Lo sanno Pd e M5s che la cultura vale 300 miliardi?

Una protesta che rimbalza in tutta Italia. “Assisteremo a Sanremo con il pubblico in sala? Allora noi apriremo i teatri e sul palco ci sarà il nostro festival: primo concorrente Shakespeare”. Così, alla Stampa, Davide Livermore – regista, attore, musicista e direttore del Teatro Nazionale di Genova – che si domanda: “E ‘possibile immaginare che improvvisamente il pubblico si materializzi all’Ariston e l’immagine passi sulla testa china dei templi della Scala, il San Carlo, l’Opera di Roma, il Carignano e il Teatro Nazionale? Davanti a Sanremo con gli spettatori dal vivo – afferma – il teatro italiano tornerà militante: la voce cultura in Italia vale 285 miliardi di euro, è la prima. Il calcio, per dire, porta 5 miliardi. Tutti i teatri sono in sofferenza, sono arrabbiati e indignati, ma siamo stati alle regole, ora però con Sanremo non ci stiamo, è discriminazione politica”.

Longobardi: “Lo Stato paghi ai teatri almeno i vigili del fuoco”

“Se mai un giorno il governo dovesse decidere di riaprire i teatri, soprattutto i teatri grandi, rimarrà il problema dei costi legati ai vigili del fuoco. Per noi sono costi insostenibili, impossibili da ammortizzare con la riduzione dei posti in sala. E se non si paga non si alza il sipario. I vigili del fuoco, a mio avviso, dovrebbe pagarli lo Stato”. E’ l’appello lanciato al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini da Alessandro Longobardi, direttore artistico, nella capitale, del Teatro Brancaccio e della Sala Umberto.