La Polizia penitenziaria “va a prendere” il ministro Bonafede (video)

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La Polizia penitenziaria dice basta. Da più parti si chiedono le dimissioni del minsitro della GIustizia Bonafede, considerato del tutto inadeguato. Scende in campo anche l’Uspp Polizia penitenziaria, che domani alle 15 sarà compatta davanti Montecitorio in difesa della categoria. Il sindacato chiede provvedimenti per la tutela della dignità lavorativa della categoria, abbandonata dalla politica del governo. Testiminata dal silenzio assordante del ministro Bonafede e attaccata dai garantisti con i detenuti e giustizialisti con la polizia penitenziaria. Il corpo della Polizia penitenziaria chiede le dimissioni di Bonafede e la dichiarazione dello stato d’emergenza delle carceri.

La Polizia penitenziaria esasperata dal governo

La Polizia penitenziaria sono giorni che manifesta contro Bonafede. Pochi giorni fa davanti al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, nel quartiere romano di Bravetta, si era svolta la manifestazione di protesta organizzata dal Sindacato Sappe. Distanziati e con le mascherine indossate, i manifestanti (tra i quali una delegazione di agenti del carcere di Santa Maria Capua Vetere, recentemente finito al centro delle cronache per la notifica di atti giudiziari consegnati per strada a decine di poliziotti in servizio nel penitenziario) chiedono più tutele e garanzie per il personale. E annunciano nuove manifestazioni davanti al Ministero della Giustizia in via Arenula.

Basta aggressioni da parte dei detenuti

”Dopo il sit-in davanti al carcere di Santa Maria Capua Vetere, siamo davanti alla sede del Dap e saremo mercoledì 1° luglio sotto le finestre del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per denunciare da un lato le costanti gravi violenze contro i poliziotti delle carceri italiane – spiega il Segretario Generale Donato Capece -. Continuamente aggrediti, minacciati, feriti, contusi e colpiti con calci e pugni da detenuti che evidentemente pensano di godere di una sorta di impunità per il loro comportamento aggressivo. E dall’altro la mancata assunzione di provvedimenti del Dipartimento e del Ministero della Giustizia a tutela degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria”.