La Raggi si arrende. Su AMA e indifferenziata è indietro tutta

E alla fine anche la sindaca di Roma Virginia Raggi sembra si sia arresa. All’evidenza  dei tre bilanci di AMA ancora non approvati e alle risorse economiche scarse. Tutti temi che l’amministrazione grillina doveva conoscere da tempo. Ma che come la polvere sono stati lasciati per molti anni sotto al tappeto. Nel 2017 era assessore Pinuccia Montanari, e l’obiettivo dichiarato era molto ambizioso. Arrivare al 70 per cento di raccolta differenziata in città entro il 2020. Per puntare a quel virtuoso sistema del rifiuto zero che avrebbe reso possibile anche rinunciare alla nuova discarica. Sembra preistoria, pensandoci adesso. Con le polemiche feroci sulla scelta del nuovo sito di Monte Carnevale. Dove tornare a buttare la monnezza di Roma. A meno di due chilometri dalla vecchia Malagrotta.

AMA, senza soldi la differenziata si ferma e la Raggi non smentisce. Sarà indietro tutta?

Appena qualche giorno fa è uscito allo scoperto anche l’Amministratore unico di AMA Zaghis. Il manager voluto dalla sindaca in audizione in commissione ambiente in Campidoglio è stato chiaro. Senza nuove risorse, la differenziata e il porta a porta potrebbero essere ridotti. Almeno in alcuni quartieri. Sembrava un’uscita isolata, magari un modo per chiedere al comune qualche investimento in più. Ma ora anche la Raggi sembra fare retromarcia. E prendere atto del fallimento della politica dei rifiuti a Roma. Dobbiamo vedere i bilanci prima di dare altre risposte, ha detto la prima cittadina. Proprio a margine della conferenza stampa contro gli ‘zozzoni’. E il capogruppo di Fratelli d’Italia in Campidoglio Andrea de Priamo ha presentato una interrogazione urgente. Per conoscere davvero come stanno le cose. I quartieri dove starebbero ritornando i cassonetti per ora sono solo alcuni. Tiburtino terzo, Colli Aniene, Torrino Mezzocammino e Decima Malafede. Ma il segnale è brutto, e il rischio è che si faccia indietro tutta anche in tanti altri quartieri della città.

AMA a rischio crack. E sul porta a porta non ce la dicono tutta

I Cinque Stelle si spaccano sulla differenziata. E De Priamo (FDI) chiede alla Raggi di dire la verità

Sembra consumarsi l’ennesima spaccatura nei Cinque Stelle a Roma. Stavolta sulla raccolta differenziata. E sulla dichiarazione di impotenza fornita l’altro giorno dall’Amministratore unico di AMA in commissione ambiente. Senza altre risorse potremmo andare incontro a una rimodulazione del servizio, aveva detto Zaghis. Almeno in alcuni quartieri. E subito era partito il fuoco di sbarramento. Con la consigliera grillina Alessandra Agnello su tutte le furie. Significherebbe ritornare indietro di sette anni, aveva dichiarato la pentastellata proprio in commissione. Ma ora è la stessa Raggi ad essere più prudente, e sembra davvero che la retromarcia sia pronta. Con buona pace di ambientalisti e sognatori. Anche se l’opposizione con Fratelli d’Italia è scesa sul piede di guerra.

Il Capogruppo in comune del partito della Meloni Andrea De Priamo ha infatti presentato una interrogazione urgentissima. Girata direttamente alla sindaca Raggi e ai vertici dell’AMA.  Per sapere quali risparmi siano previsti dalla sospensione della raccolta porta a porta. E come siano stati scelti i quartieri coinvolti. Se con una seria analisi di mercato, o con altre valutazioni. Magari legate ad aspetti più politici, visto che le elezioni si avvicinano. Un dato è certo, con la fine del lockdown la spazzatura è tornata ben visibile in città. E con il caldo che arriva retromarce e silenzi non fanno sentire al sicuro nessuno.

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