Lazio all’emergenza: Zingaretti ordina test a chi arriva. Ma non era razzismo?

test su chi arriva nel lazio (2)

Lazio di nuovo in emergenza? Non ci sono più dubbi, sono i clandestini che importano e diffondono il virus in Italia. Dopo mesi durissimi di lockdown, con costi esistenziali enormi, adesso corriamo il rischio di vanificare tutto per colpa di un governo buonista fino all’autolesionismo. Ecco le prove. Nel Lazio “registriamo 10 casi e un decesso. Di questi, sei sono casi di importazione: si tratta di due soggetti di nazionalità del Bangladesh, uno dalla Spagna, uno dalla Turchia, uno dalla Romania e uno da Santo Domingo”. Lo ha detto ieri l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, D’Amato. “Ad oggi i casi di importazione nel Lazio sono provenienti da ben 26 Paesi diversi”, dice, ma ancora non  hanno capito. “Da domani inizieranno i test su base volontaria presso il terminal bus a Tiburtina”. Su base volontaria, ossia non lo faranno gli immigrati che bivaccano a Tiburtina nell’indifferenza delle istituzioni.

Il Lazio costretto a correre ai ripari

Ma quanto la situazione sia grave e fuori controllo lo testimonia un altro fatto. Ossia il test sierologico, nei terminal di arrivo dei bus, per le persone provenienti da Bulgaria, Romania, Ucraina e, in caso di positività, il test molecolare con tampone nasofaringeo. Ecco l’ordinanza con nuove misure per fermare i contagi di importazione, firmata dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “In caso di rilevazione della temperatura superiore a 37,5 gradi, i viaggiatori sono sottoposti al test molecolare, a cura delle aziende sanitarie con la collaborazione delle Uscar”. Ne dà notizia l’unita di crisi Covid-19 della Regione Lazio. Ma come? Quando lo diceva Salvini, tre mesi fa, fu accusato di razzismo.

Test a chi arriva da Bulgaria, Romania e Ucraina

Il provvedimento dispone, per le persone in arrivo nel Lazio e che nei quattordici giorni precedenti hanno soggiornato o transitato in Bulgaria e Romania, anche se asintomatiche, che siano sottoposte alla sorveglianza sanitaria e all’isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni. L’ordinanza prevede inoltre che i vettori del trasporto di linea aereo, ferroviario o terrestre acquisiscano dai viaggiatori una specifica dichiarazione sostitutiva che attesti di non aver soggiornato o transitato nei quattordici giorni antecedenti nei Paesi indicati. Figuriamoci se questa norma non potrà essere facilmente scavalcata come in Bangladesh, dove fioccavano le dichiarazioni false.

Il caso Bangladesh non ha insegnato nulla

Perfettamente inutile sarà anche la restante parte dell’ordinanza. Ossia che i provenienti da Bulgaria, Romania, Ucraina debbano trasmettere la dichiarazione acquisita prima dell’imbarco all’azienda sanitaria locale Roma 1, per consentire la programmazione delle attività di esecuzione dei test e il coordinamento e per assicurare la presa in carico della sorveglianza. Viene predisposta la misurazione della temperatura corporea prima dell’imbarco, vietandolo in caso di stato febbrile superiore a 37,5 gradi e la misurazione della temperatura allo sbarco. E’ possibile una nuova catastrofe, perché tutte queste norme sono aggirabili facilissimamente.