Licei, salgono a cinque quelli occupati. È la volta del Virgilio

Salgono a cinque i licei romani occupati. Infatti dopo l’Albertelli, il Rossellini, il Ripetta e il Manara, adesso tocca anche al Virgilio. L’occupazione era nell’aria da un po’, e l’assemblea di ieri sera alle 19 del collettivo studentesco ha deliberato di procedere. Così è stato esposto uno striscione ad una delle finestre, come già era successo al Manara a Monteverde Vecchio. Con scritto appunto ‘Virgilio occupato’. Una situazione potenzialmente delicata, visto che tre anni fa, nell’ultimo anno didattico pre covid, le cose non erano andate troppo bene. Con 74 studenti denunciati, molti dei quali minorenni. Proprio per questo la protesta dovrebbe essere diversa, e mirata innanzi tutto ad ottenere un tavolo di confronto con le istituzioni. Che secondo i circa 350 occupanti, mancherebbe completamente. Temi caldi. gli orari della didattica, una scuola inclusiva e partecipata e il ‘non essere considerati come un semplice numero’. Tutto racchiuso in un comunicato, che il Collettivo ha votato e reso pubblico la scorsa notte.

I ragazzi dei Licei occupano dopo due anni di DAD. E chiedono di essere ascoltati.

Stavolta il collettivo autorganizzato che ha dato il via alla protesta vuole prendere le distanze dal recente passato. Anche perché una interruzione della didattica dopo due anni di DAD può risultare estremamente pesante. “Per prima cosa vogliamo smentire alcuni dei luoghi comuni che hanno sempre caratterizzato le opinioni sulle nostre occupazioni – scrivono in un comunicato -. Quest’anno non intraprendiamo il nostro percorso di mobilitazioni per conquistare qualcosa di predefinito, ne’ tantomeno per continuare una tradizione. L’occupazione del Virgilio si prefigge di mostrare agli studenti, ai cittadini e all’opinione pubblica quali sono le evidenti contraddizioni del sistema scolastico e i disagi che esse causano”.

“Attraverso la costruzione autorganizzata di un modello di scuola diverso – continuano gli studenti – , un’alternativa alla scuola che tutti e tutte conosciamo, parliamo invece di solidarietà, inclusione e che sia fondata sugli studenti e le studentesse. Pensiamo che l’unico luogo dove costruire questo sia la nostra scuola, il luogo che è simbolo dei nostri disagi e delle nostre difficoltà quotidiane. Inoltre, il Virgilio è il luogo che amiamo e viviamo tutti i giorni. E necessitiamo di mostrare il modo in cui ci piacerebbe vivere la nostra quotidianità scolastica all’interno degli stessi luoghi che sono il simbolo delle giornate didattiche che scorrono così distanti e che non ci coinvolgono in maniera attiva”.

Niente compromessi

“Siamo stanchi di una scuola basata sulla valutazione numerica e non su un rapporto umano tra studenti e docenti – si legge ancora nella nota – . Siamo stanchi di una scuola che non ci stimoli ma, anzi, ci annichilisce, in cui non si parla di politica, attualità, educazione sessuale e ambiente.  Vogliamo una scuola diversa, che ci arricchisca e che diffonda cultura senza pregiudizi. Ma è purtroppo evidente che il dialogo con le autorità e con le istituzioni scolastiche non sia lo strumento adatto per raggiungere il nostro obiettivo”.

“Non vogliamo compromessi, non vogliamo vie di mezzo – la richiesta degli occupanti -. Ma vogliamo essere ascoltati, vogliamo un dialogo costruttivo con chi è disposto ad ascoltarci e non con gli stessi che contribuiscono ad un malessere e un disagio quotidiano che pervade le nostre vite, nel periodo più complicato della nostra crescita come individui”.