L’Ordine dei medici celebra i 324 caduti causa Covid: “Troppe lungaggini per i vaccini”

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L’Ordine dei medici-chirurghi e odontoiatri provinciale di Roma, in occasione della Giornata del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato che si celebra domani 20 febbraio, ha dedicato una targa commemorativa nella propria sede a tutti i camici bianchi scomparsi durante la pandemia nell’esercizio della loro professione. Ad oggi sono 324 i medici morti in Italia durante la pandemia di Covid, 22 nel Lazio.

Ventidue morti tra i medici del Lazio

“È importante – ha sottolineato il presidente dell’Omceo Roma Antonio Magi (nella foto) – ricordare tutti i colleghi scomparsi nell’adempimento del loro dovere. Da un anno circa la nostra attenzione è catturata dalla pandemia e dai gravi lutti che questa sta generando tra i professionisti sanitari e non solo. Non possiamo però dimenticare anche gli altri colleghi, in particolar modo le donne, vittime di aggressioni drammatiche, feroci al punto da fargli perdere la vita mentre svolgevano il loro lavoro nel rispetto del codice deontologico”.

Per ricordare tutti questi colleghi l’Ordine di Roma ha deciso di piantare un ulivo, pianta dall’alto valore simbolico di pace e rinascita e di scoprire una targa il cui testo, tratto dal Giuramento d’Ippocrate, ribadisce l’importanza e la solennità della professione medica.

Sui vaccini ancora in ritardo

In questa giornata, la cui istituzione dimostra l’impegno e la forza di volontà di chi assiste, cura e ascolta, le professioni lanciano un doppio appello: alle istituzioni perché diano maggiore impulso alla campagna vaccinale, superando eventuali lungaggini burocratiche che rischiano di rallentare il numero di vaccinati. E ai cittadini, perché rispettino quelle regole di buon senso e prevenzione senza le quali aumenta esponenzialmente il numero dei contagi.

Il presidente Anelli: “Medici morti per fare il loro dovere”

Per Filippo Anelli, presidente Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), piantare un ulivo è: “un gesto semplice ma significativo, quello scelto dall’Ordine dei Medici di Roma e dal Presidente Antonio Magi per onorare i nostri caduti. L’ulivo è infatti simbolo di pace, di resistenza, di rigenerazione, di solidità, di rinascita. Sono i valori che, da oltre 2400 anni, la nostra Professione porta avanti. Una Professione che non si esaurisce nelle conoscenze, o nelle competenze tecniche, ma che è una miscela unica di sapere, saper fare, saper essere, al servizio della democrazia del bene. Fu un ramoscello d’ulivo ad annunciare la fine del Diluvio: ci auguriamo che quest’albero, che poggia le radici sul substrato unico di competenze e di valori che alimenta la nostra Professione, segni l’uscita da questa pandemia e rimanga a memoria perenne dei colleghi che sono morti per portare a compimento il dovere di curare tutti, senza discriminazione alcuna”.