Mare Nostrum, nel Lazio rischia di morire. La denuncia di Legambiente

Il Lazio ha un suo gioiello, e si chiama Mare Nostrum. Rappresentato da quello splendido tratto di costa del Mar Tirreno che parte da Formia e Gaeta e arriva a nord di Roma fino a Tarquinia. Si tratta di oltre 360 chilometri di arenile che da solo vale oro. Non solo per il turismo che porta ogni anno. Ma anche sotto l’aspetto della bellezza naturalistica e del paesaggio. Solo per citare alcuni esempi, andiamo dalla rocca di Sperlonga sospesa sul mare come un’isola greca alle dune di Sabaudia, passando per il Monte Circeo e il suo parco naturale. E poi a nord troviamo Torre Astura ed Anzio, e superata Roma e la foce del Tevere i lidi di Santa Marinella, di Ladispoli e di Santa Severa. E ancora, a nord di Civitavecchia c’è Tarquinia, al confine ormai con la Toscana. Pinete, porti e spiagge che hanno contribuito a rendere famosa la nostra Regione. Ma che adesso rischiano di essere divorati dal cemento. Dalla plastica e dai rifiuti che vengono sversati in mare. E dalla pesca di frodo. È questo l’allarme lanciato da Legambiente Lazio. Che dal 12 al 17 luglio sarà impegnata con la sua Goletta Verde per certificare lo stato di salute delle coste e del mare lungo il nostro litorale.

Legambiente lancia l’allarme. Il Lazio è al terzo posto in Italia per edilizia abusiva sul litorale e per gli attentati alla qualità del mare

Secondo i dati forniti dalle Forze dell’Ordine e dalle Capitanerie di Porto e diffusi anche da Legambiente, il Lazio è tra le prime Regioni in Italia. Ma per un record che purtroppo è molto negativo. Si tratta infatti del numero dei reati compiuti che in qualche modo danneggiano la costa e il mare. Nello specifico, ne 2019 sono stati riscontrati e sanzionati 1308 abusi edilizi. E compiuti 664 sequestri. E non va meglio sul fronte della tutela delle acque e del mare. Con oltre 2300 infrazioni accertate e quasi duemila persone denunciate. Si tratta di qualcosa come quasi sette reati per ogni chilometro di costa. Va appena un po’ meglio per la pesca di frodo, ma certo c’è poco da stare allegri.  Ed è evidente che oltre all’ottimo lavoro delle Forze dell’Ordine serve che le istituzioni si attivino. E mettano in campo controlli più stringenti. A cominciare proprio dalla Regione Lazio e dai 24 comuni costieri. Questa la richiesta di Legambiente, che chiede di istituire subito un nuovo osservatorio regionale. Dedicato proprio al contrasto e alla denuncia dei crimini ambientali.

Serve l’impegno di tutti per riabbracciare il nostro litorale 

Per ridare un abbraccio simbolico al nostro mare serve l’impegno di tutti. Istituzioni e Forze dell’Ordine, Capitanerie di Porto e Comuni. Passando per gli Enti parco E per i comitati spontanei dei cittadini. Tutti uniti in una missione fondamentale di salvaguardia e di rilancio del nostro patrimonio ambientale marittimo e costiero. Questa la posizione ufficiale di Legambiente Lazio, che ha anche ricordato alcuni recenti successi. Come il sequestro del depuratore mal funzionante a servizio di alcune aziende di Pomezia. Che versava in mare liquami colorati. E probabilmente altamente inquinanti. Volendo niente è impossibile, questo il pensiero di Legambiente. Che però ancora una volta lancia l’allarme per richiamare ognuno di noi alle proprie responsabilità. Prima che si troppo tardi. Perché l’ambiente è un patrimonio di tutti. E rappresenta l’eredità più importante che dovremo lasciare ai nostri figli.

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