Nigeriana gestiva “circolo ricreativo” al Casilino. Chiuso dalla polizia

mafia nigeriana e circoli ricreativi

I nigeriani hanno messo le mani anche sul racket dei circoli ricreativi? Parrebbe di sì, a giudicare sul business dei circoli privati ricreativi in azione in tutta Italia. In seguito ai controlli in tutta Italia per far rispettare il decreto cosiddetto “io resto a casa”, le forze dell’ordine hanno scoperto una serie di violazioni su tutto il territorio nazionale. In particolare a Roma una donna  nigeriana gestiva una di questi circoli cosiddetti ricreativi ma con dentro slot machine e alcolici.

Una nigeriana gestiva il circolo in periferia

Non solo stava svolgendo attività come circolo privato, contravvenendo alle disposizioni sul contrasto della diffusione del Covid 19, ma somministrava abusivamente bevande alle persone non iscritte. Ieri sera, durante i controlli sulle norme a tutela della sicurezza e salute pubblica, gli agenti del VI Gruppo Torri, alla periferia di Roma, della Polizia Locale di Roma, hanno riscontrato l’apertura del circolo e rinvenuto un gruppo di persone all’interno.

Il locale è stato immediatamente chiuso e la titolare, una donna nigeriana di 38 anni, è stata denunciata e quattro suoi connazionali sono stati accompagnati per ulteriori accertamenti presso il centro di foto segnalamento del Comando generale, in quanto privi di documenti. Nei confronti della responsabile è scatta anche una sanzione amministrativa di 3mila euro per la somministrazione abusiva.

I circoli sono spesso bische clandestine

Ma la cosa interessante è che altri di questi circoli in Italia hanno avuto l’ispezione della polizia, in base alle disposizioni per il contrasto del coronavirus. A Cagliari alcune persone erano intente a giocare alle video lottery. In Puglia, a Brindisi, dove altri bevevano alcolici. A Taranto un circolo era aperto malgrado il divieto. Sempre in Sardegna, a Nuoro si è registrata un’analoga situazione. A Signa, invece, nel Fiorentino, i carabinieri hanno trovato una decina di persone che giocavano a biliardo.

Chissà che il coronavirus non faccia emergere la realtà di a questi falsi circoli culturali e ricreativi, dove si accede solo se si è soci. Molti di questi circoli sono in realtà vere e proprie bische, dove si gioca d’azzardo, si beve, si scommette, E dove talvolta le macchine dei videogiochi non sono regolari. A tutti questi circoli è stata inibita l’attività, i gestori e gli avventori sono stati denunciati e sono state elevate sanzioni monetarie.

Le mani della mafia nigeriana su questo business?

Resta da stabilire, e speriamo che gli inquirenti vadano a fondo, se la mafia nigeriana è attiva anche in questo affare. Dopo il racket dell’elemosina ai supermercati e gli esercizi pubblici, dove un “soldato” nigeriano o africano staziona questuando. Il giro d’affari è di alcuni milioni di euro al giorno.