Piano nomadi, anche FDI all’attacco della Raggi

Il Piano nomadi e le ‘soluzioni’ che sta proponendo la giunta Raggi stanno davvero riuscendo a scontentare tutti. Da Fratelli d’Italia alla Lega la condanna delle opposizioni è unanime, e si aggiungono anche le critiche degli operatori del sociale. Come è successo qualche giorno fa con la cooperativa 21 luglio, che certo non si può annoverare tra le schiere dei facinorosi oppositori sovranisti. E che dal canto suo ha contestato tutta l’efficacia del Piano, dagli sgomberi del Camping River e del Salario fino alla attuale gestione dell’emergenza di Castel Romano. Insediamento di cui la sindaca è custode giudiziaria per espressa disposizione della Procura di Roma. Ma ciò che ha fatto infuriare un po’ tutti è la scelta più recente dell’amministrazione capitolina. Che a fronte della impossibilità (incapacità?) di trovare degli alloggi pubblici dove sistemare le famiglie rom sgomberate, ha deciso di rivolgersi ai privati. Facendo subito venire in mente una delle stagioni più brutte nella gestione dell’emergenza alloggiativa a Roma, quella dei residence. Spesso autentici ‘lager’, affittati e pagati per decenni a peso d’oro dal comune ad imprenditori senza scrupoli.

Questa volta gli appartamenti dovrebbero essere trovati tra i B&B vuoti e gli alberghi e case famiglia chiusi causa covid. Ma le preoccupazioni restano le stesse. E cioè il rischio di buttare al vento per anni denaro pubblico senza risolvere minimamente il problema.

Un Piano inutile e fallimentare. Andrea De Priamo (FDI) attacca la Raggi sulla gestione dell’emergenza nomadi a Roma

Insieme alle critiche dei consiglieri regionali della Lega Daniele Giannini e Laura Corrotti, contro il Piano nomadi del Campidoglio sono arrivati anche gli strali del capogruppo di FDI in comune Andrea De Priamo. Che ha puntato l’indice sulla scelta di risolvere l’emergenza alloggiativa dei rom sgomberati facendo leva sui privati. E pagando con soldi pubblici le strutture che si tenderanno disponibili. Per accogliere gli sfollati del Camping River e del Salario, ma soprattutto i nomadi dell’area F dell’insediamento di Castel Romano. Una decina di nuclei familiari in tutto, quelli che hanno aderito alla proposta di sgombero. Che doveva essere terminato alla fine del 2020, ma rispetto al quale il comune  e la Raggi sono ancora in alto mare.“ Abbiamo presentato una interrogazione urgente alla Raggi su questa ennesima trovata – fa sapere De Priamo – offrire bed and breakfast per far lasciare parte del campo di Castel Romano, atto dovuto anche in seguito alle denunce di Fratelli d’Italia, è l’ennesima dimostrazione del fallimento totale del piano Rom. Siamo alla frutta, anzi alla colazione!”.

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