Raggi bis, mal di pancia anche da chi ci ha lavorato per quattro anni

raggi enrico stefano

Non c’è solo la reazione scomposta del Pd alla ricandidatura della Raggi. Ora ci sono anche i mal di pancia dei grillini. E degli stessi grillini che per quattro anni hanno lavorato insieme con la Raggi. Come il consigliere capitolino pentastellato Enrico Stèfano. “Perché sono contrario a un ”Raggi-Bis” (quantomeno con questo percorso). Nel metodo. Oggi c’è una regola nel MoVimento, giusta o sbagliata, ma c’è. Vogliamo aprire una riflessione su questa regola? Sicuramente ce ne sarebbe bisogno. E sono d’accordo che debba essere rivista. Ma non a dieci mesi dalla tornata elettorale e quando si è coinvolti in prima persona”

Il consigliere della Raggi si oppone al bis

Prosegue il consigliere grillino: “Sindaci che proposero la stessa cosa qualche anno fa furono cacciati dal MoVimento e accusati di poltronismo, mi chiedo, cosa è cambiato oggi?”. In un lungo post su Facebook e Twitter Stèfano esprime i dubbi di molti. “Molti di quelli che oggi sono stati folgorati sulla via del Raggi-Bis – prosegue – e fanno un post al giorno in suo sostegno con paragoni improbabili sono personaggi che fino a l’altro ieri remavano contro e chiedevano la sua testa.

“Piuttosto pensiamo agli errori fatti”

Mi chiedo quindi che credibilità possono avere queste persone e soprattutto chi si vuole ricandidare supportato (almeno in parte) da queste persone”. Più in generale – continua Stèfano – prima di parlare di Raggi Bis, Tris, secondo, terzo e quarto mandato, mi sarebbe piaciuto avviare una seria riflessione interna e un ampio dibattito per discutere di cosa a Roma ha funzionato e cosa no, di quali e quanti errori sono stati commessi (perché ne sono stati commessi) e come evitare di ripeterli in futuro. Degli obiettivi raggiunti e quelli mancati”.

Accusa di tradire gli ideali fondativi

“E, solo dopo questo percorso – continua il post del consigliere comunale – decidere di passare oltre i due mandati attraverso una sana votazione, e ancora, soprattutto, scegliere il candidato sindaco attraverso le famose comunarie. Insomma, avrei voluto mettere le idee al centro prima delle persone. Fare un percorso “dal basso”, coinvolgendo chi ha capacità e voglia. Che poi sono i principi dai quali è nato il MoVimento. Siamo nati per rompere gli schemi, non per riproporre la brutta copia di quelli vecchi. Ma quello che è mancato in questi anni è stata una visione e idea di città, del ruolo al quale vuole aspirare la Capitale di un Paese del G7″.

La Raggi si vanta dell’ordinaria amministrazione

E viene al dunque. “Ci (ri)presentiamo ai cittadini con i post trionfanti di strade asfaltate, alberi potati, ceppi tagliati, panchine riparate e roba simile? Ovvero l’ordinaria amministrazione? Ritengo invece che dovremmo aspirare a ben altro e andare oltre. Come la città di Roma vuole rispondere alle sfide che avremo davanti in questi decenni, dai cambiamenti climatici alla crisi economica, come colmare rapidamente il gap infrastrutturale e tornare di nuovo ad essere competitivi e creare lavoro. Di tutto questo non vi è assolutamente traccia nel dibattito cittadino, va detto in tutti i partiti.

E poi basta con questo mito dell’onestà…

E poi soprattutto basta, non se ne può più con questa retorica del passato, con questo vittimismo, con le manie di persecuzione. Basta con questo mito dell’onestà mentre il Presidente dell’Assemblea Capitolina sta a processo per corruzione”. “Ora, un’ultima preghiera – conclude -. Dopo questo mio post, verrò tacciato nell’ordine di essere: Lombardiano, Renziano, Rettiliano ecc. Vi pregherei, a chi non la pensa come me (ci può stare non ritengo di avere la verità in tasca) di contestare quanto da me scritto nel merito, se possibile argomentando. Grazie davvero”.