Raggi lancia la metro G. La vedremo con la funivia, è campagna elettorale

Si avvicina la campagna elettorale del 2021 per eleggere il nuovo sindaco di Roma. E come sempre in questi casi si moltiplicano gli annunci e i buoni propositi. Come se nell’anno scarso che manca al voto si potessero realizzare quelle grandi opere che nei quattro anni precedenti sono rimaste chiuse nel cassetto. Così arriva anche l’annuncio della sindaca Raggi sulla futura linea G della metropolitana di Roma. Uno spot a buon mercato che Virginia non si è fatta sfuggire. Dal momento che la Conferenza unificata Stato Regioni ha dato il suo consenso di massima alla futura realizzazione di questa importante infrastruttura del trasporto cittadino. Peccato però che ancora siamo al carissimo amico. E che i duecento e passa milioni di euro ipotizzati per realizzare e mettere in funzione la nuova linea ci siano solo sulla carta. Già il nome dovrebbe far riflettere, perché a Roma di metropolitane ne abbiamo due e mezza. Quindi per arrivare alla fantomatica lettera G all’appello ne mancherebbero ad occhio tre. Ma niente paura, è tutto su carta. Nei cassetti della Regione Lazio e di Roma Servizi per la mobilità. La futura linea D è un vecchio progetto di metro circolare mai finanziato. La E sarebbe il nuovo nome della Roma Lido dopo la ristrutturazione. Che come tutti sanno era legata almeno in parte allo stadio della Roma. Mentre la linea F è semplicemente la Roma Viterbo. Più che un nuovo piano per la mobilità sembra un grande bluff. E vediamo perchè.

La Termini Giardinetti diventerà metro G. Forse tra dieci anni

La conferenza Stato Regioni ha dato il suo assenso alla trasformazione della vecchia linea tranviaria Termini Giardinetti nella futura metro G di Roma. E la Raggi ha commentato la notizia con ovvio entusiasmo. Peccato però che si tratti solo di un annuncio di principio. Per vincolare i 200 e passa milioni di euro necessari per l’opera al piano triennale degli investimenti. Soldi sulla carta quindi, messi dal governo senza troppe preoccupazioni. Sapendo che almeno a breve non verranno mai spesi. E’ dal 2012 infatti che si parla concretamente di ammodernare la vecchia linea nota a Roma come il trenino ci Cinecittà. All’epoca il progetto originario era stato fatto proprio dall’Agenzai della mobilità del comune e costava circa la metà. Ma sorsero subito grossi problemi, e negli anni l’idea di questa metropolitana di superficie che in realtà è un tram veloce venne abbandonata. Primo ostacolo, la linea è di proprietà della Regione Lazio. Proprio come la Roma Lido. Quindi Zingaretti e la Raggi dovranno sedersi a un tavolo. E decidere chi si intesterà l’opera. A meno di non ripetere il pasticcio di una tratta regionale gestita da ATAC. Poi ci sono i tempi di realizzazione. Il vecchio progetto parlava di 3 anni è 8 mesi, ma ora si vuole arrivare fino a Tor Vergata. Con ventinove fermate complessive. Ragionevole parlare di cinque anni. Ovviamente dal progetto esecutivo. Ma qui siamo ancora al carissimo amico. O se preferite alle buone intenzioni di ogni campagna elettorale.

https://www.odisseaquotidiana.com/2020/01/metrotramvia-termini-giardinetti-tor-vergata.html?m=1

Giusto puntare sui tram. Ma non raccontiamo favole ai cittadini romani

Puntare sul tram veloce in sede propria per la mobilità del futuro è giusto. Specie in una città come Roma. Dove scavare risulta sempre molto costoso. E maledettamente complicato. Ma bisogna anche dire ai cittadini la verità. L’unica cosa che probabilmente riuscirà a inaugurare la Raggi è la stazione archeologica di Colosseo della metro C. Parlare di linea G sembra veramente un po’ azzardato. La vecchia Termini Centocelle Giardinetti merita di essere trasformata e riqualificata. Ma bisogna sapere di cosa si parla. Per esempio che cammina ad un voltaggio diverso da tutta la rete tranviaria. E che le rotaie non sono compatibili con nessuna delle altre infrastrutture esistenti in città. Come sanno bene gli automobilisti che si trovano il doppio semaforo all’altezza di Porta Maggiore. Se Regione e Comune troveranno l’accordo, si dovrà andare in conferenza di servizi. E da lì partorire un progetto preliminare. A cui seguirà un definitivo. E poi ancora un esecutivo, con la gara per appaltare l’opera. Dieci anni, se tutto va bene. E se il governo intanto non impegna i soldi per qualcos’altro. Giusto sognare allora. Un po’ meno prendere in giro i cittadini. Raccontando la realtà di un futuro che per ora esiste solo sulla carta.

https://www.facebook.com/groups/RomaSmartcity2020/permalink/2569769259941350/