Ma in Campidoglio qualcuno che parli con Virginia Raggi esiste? Gliele fanno vedere le immagini di una città sporca, con tanto di cinghiali perennemente a caccia di immondizia lungo le strade e addirittura all’interno dei cassonetti?
No, la Raggi sbaglia se pensa di ricandidarsi in Campidoglio senza pagare dazio. Assieme all’accettazione della candidatura farebbe bene a sottoscrivere uno di quei documenti congiunti che servono – a lei – per potersi presentare di nuovo al cospetto del popolo romano. Un bel biglietto di scuse per come ha ridotto la Capitale d’Italia.
Raggi, dal Campidoglio li vedi quei cinghiali?
È davvero ignobile che Alice nel paese delle meraviglie ci faccia persino sapere che inaugura le cose più strane – pure il percolato – e si dimentichi dei suoi doveri primari. Animali a zonzo per Roma e la sindaca non se ne vergogna.
Ormai sono anni che va avanti questa storia dei cinghiali che passeggiano dentro Roma e nei più diversi quartieri. Ma ogni volta che se ne fa cenno insorgono le (poche) truppe di Virginia a insultare chi ne chiede conto.
Basta! Questo andazzo è ormai insopportabile
La città non può più sopportare un andazzo simile: c’è da correre rapidamente ai ripari. Vederla ridotta in queste condizioni la espone al ridicolo planetario. Tra qualche anno, nel 2025, ci sarà il Giubileo e per chi ha vissuto – a me capitò da governatore – quello del 2000 sa bene che cosa vuol dire decoro urbano. Qui si precipita nel degrado e nessuno si assume mai la responsabilità di quanto accade nella Capitale. Ma è davvero l’ora delle serietà e se la Raggi non ce la fa pensi almeno adesso a Roma come non ha mai fatto in questi quattro anni.
È vero che se si fa da parte, la Raggi favorisce l’accordo tra Pd e Cinquestelle. Ma non per questo potrebbero chiamarsi fuori dalle responsabilità quanti governano dal 2016 e gli eredi di quelli che hanno governato decenni.
Vorrà dire che ci sarà più gusto a combatterli e a batterli.