Ai referendum sulla giustizia Pd diviso tra garantisti e sabotatori

Garantisti sabotatori

Garantisti e sabotatori, così si dividerà il Pd all’appuntamento con i referendum sulla giustizia. Cinque quesiti, milioni di firme, l’assenso di ben nove consigli regionali, per il cambiamento vero e una riforma finalmente concreta. Ebbene, dal Nazareno arrivano segnali incredibili.

Sarà perché sono stati promossi da Matteo Salvini e dai radicali; oppure per le pressioni di parte di quella magistratura che non vuol vedere saltare i vecchi privilegi di casta; ma è difficile trovare un partito più legato ad antiche greppie rispetto al Pd.

Nel Pd garantisti contro sabotatori

E se parliamo di garantisti contrapposti ai sabotatori è perché i vecchi giustizialisti non avranno il coraggio di contrapporsi frontalmente ai referendum. Si rifugeranno nella cuccia dell’astensione.

Ma stanno facendo male i loro conti perché di fronte ai fallimenti della politica, la riforma della giustizia è più facile che passi per la volontà popolare e le urne che andranno aperte prima possibile.

Nel Pd sanno benissimo che ci sono persino fior di parlamentari delle loro fila pronti a sostenere pubblicamente i cinque quesiti per il cambiamento.

E c’è il terrore che il dissenso dilaghi rispetto alla linea che il Nazareno dirà di osservare. Perché il garantismo è ormai cultura trasversale, sicuramente pienamente rappresentato nel centrodestra, ma anche a sinistra i forcaioli sono sempre di meno.

La contraerea dei giustizialisti

Quindi entrerà in azione la contraerea di quelli che pretendono di ordinare agli elettori di restare a casa. Un atteggiamento suicida, che fa male alla stessa democrazia. Ieri se ne è fatto portavoce persino il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che ha “rivendicato” il diritto all’astensione.

Pazzesco, perché non si rende conto che il popolo italiano ci si sta abituando a non votare proprio per l’insipienza della politica. Ma preferiscono puntare, costoro, sul fallimento del quorum piuttosto che battersi per i loro “no” contro i “sì” altrui.

Ed è davvero una vergogna, perché disabitua gli elettori ai seggi. La giustizia giusta viene dopo. Come hanno fatto sempre nella loro vocazione egemonica.