Rifiuti, Gualtieri annuncia il termovalorizzatore. Ma ad andare in fumo è la sua maggioranza

Strappo sui rifiuti ieri in Aula Giulio Cesare da parte del sindaco Gualtieri. Che ha annunciato tra lo stupore della sua maggioranza (ma anche delle opposizioni) la volontà di realizzare a Roma un grande termovalorizzatore. Una scelta non presente nel programma elettorale del primo cittadino, e neppure nelle linee programmatiche firmate con la maggioranza di centrosinistra che lo sostiene in Campidoglio. Ed è anche ovvio, visto che i Verdi e Sce (Sinistra ecologia e libertà) sul termovalorizzatore sono assolutamente contrari. Ma anche il M5S non ne vuole sapere di questa tecnologia. E questo potrebbe rappresentare un ulteriore problema. Infatti, se al comune i grillini sono all’opposizione, altrettanto non è in Regione. Dove i pentastellati governano con Zingaretti. E già l’assessora Lombardi, con delega alla transizione ecologica, si è fatta sentire. Con dichiarazioni che lasciano poco spazio ai dubbi. Il Piano rifiuti lo facciamo noi, ha detto in sintesi la Lombardi. E il termivalorizzatore a Roma non c’è e non ci sarà mai. Ma anche pezzi del Pd capitolino e perfino la Cgil sono contrari a questa ipotesi. Altra polemica, il metodo. Perché sembra che nessuno in maggioranza ne sapesse niente, almeno fino a ieri mattina. Insomma, con questa mossa, più che mandare in fumo la spazzatura, per ora sembra che Gualtieri rischi di mandare in pezzi la sua maggioranza. E quella del collega Zingaretti a via della Pisana.

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Il termovalorizzatore per i rifiuti di Roma scatena il tutti contro tutti a sinistra. E ancora nessuno dice dove si farà

Un autentico tutti contro tutti. Questo è successo in maggioranza ieri pomeriggio. Quando a sorpresa, il sindaco Gualtieri ha annunciato la volontà di realizzare un termovalorizzatore a Roma. Forse a Santa Palomba, anche se su questo aspetto le bocche sono rimaste cucite. Un grande impianto, capace di trattare 600 mila tonnellate di rifiuti all’anno. E sostanzialmente di chiudere il ciclo, all’interno dell’ambito cittadino. Scelta subito difesa dall’assessora capitolina all’ambiente Sabrina Alfonsi. Che ha dichiarato, “il grande lavoro fatto per cercare la localizzazione della discarica sul territorio è stato, insieme al dato dell’inquinamento che produce una discarica, uno degli elementi che ci ha fatto decidere per la termovalorizzazione”. Mentre un altro piddino, il consigliere Miccoli, tuonava: non siamo mica in una caserma! Su scelte del genere, la maggioranza e il Pd romano si devono prima confrontare. E anche il segretario cittadino della Cgil Cola rendeva nota la sua contrarietà alla realizzazione del futuro impianto.

Ovviamente durissime, le prese di posizione dei Verdi. Che con il consigliere di Europa Verde Nando Bonessio hanno dichiarato tutto il loro disappunto per questa scelta. “Anche se realizzati (i termovalorizzatori, ndr) con le migliori tecnologie che rispettano i termini di legge e i quantitativi di principi immessi in atmosfera non si escludono conseguenze sull’ambiente e sulla salute” ha tuonato Bonessio. “Gli inquinanti prodotti da questi impianti, che dobbiamo chiamare inceneritori e non termovalorizzatori, si depositano nell’arco di giorni, mesi, anni e non si può non tenerne presente nel medio-lungo termine”. Sulla falsariga anche Sinistra ecologia e libertà, mentre ha esultato la lista Calenda. Da sempre favorevole a questo tipo di impianti.

Insomma, maggioranza in pezzi e immondizia in strada. In un colpo solo, non era facile. Non c’era riuscita neppure la Raggi. Che è tutto dire.

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