Ristoratori in rivolta: venerdì i ristoranti apriranno a cena

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E’ rivolta contro la dittatura del Covid e del governo. Da Nord a Sud i locali di tutta Italia “aprono ma solo in sicurezza”. Dietro lo slogan “Perché a pranzo sì e a cena no?”, venerdì dalle ore 20 alle 22, gli imprenditori riuniti del collettivo Tni – Tutela Nazionale Imprese, rappresentante 40mila aziende italiane del mondo Horeca (bar, ristoranti, alberghi), simuleranno un’apertura serale con luci e musica accesa, la sala allestita e titolari e dipendenti e clienti presenti a pranzo, che si siederanno allo stesso tavolo, rispettando il distanziamento senza somministrazione, per dimostrare che il virus non ha orario e che se si può pranzare, rispettando tutti i protocolli, si può anche cenare.

I ristoranti non sono luoghi di contagio, è rivolta

Così è argomentata la rivolta: “Perché un locale sicuro alle 12 smette di esserlo alle 18? Se l’indice di contagio Rt è basso, se la regione è in zona gialla e le attività commerciali sono aperte, perché i ristoranti non possono lavorare a cena o nei fine settimana, non possono svolgere la loro attività in sicurezza, come accade per un negozio o un ufficio?”. A dirlo è Pasquale Naccari, portavoce del collettivo Tni – Tutela Nazionale Imprese e presidente di Ristoratori Toscana, che ha rivolto i quesiti ai Prefetti delle regioni in zona gialla. A loro, e per conoscenza ai ministri dell’Economia e delle Attività produttive Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli, la Federazione ha inviato una lettera chiedendo di fornire i dati che individuano i pubblici esercizi come luoghi di contagio e sulle cui basi sono state imposte dal Governo le chiusure.

Tolleranza zero se si proibisce l’asporto

“Il Governo – riprende Naccari – deve continuare a sostenerci, come ha fatto a novembre e dicembre. Mesi per i quali ci stanno arrivando i ristori che sono briciole, sia chiaro, ma ci stanno permettendo di sopravvivere anche se a fatica. Tolleranza zero nel caso, invece, venisse deciso di abolire la possibilità di vendita d’asporto”. Giovedì 14 gennaio, in tutte le città italiane che hanno aderito, i rappresentanti saranno ricevuti dai prefetti. Con l’hashtag #ioaprosoloinsicurezza, venerdì gli imprenditori accenderanno luci e musica e apriranno le porte dei propri locali. Simulando una cena alla quale partecipano titolari e dipendenti del locale che non sono in cassa integrazione”.

Vissani: alla guerra con cavalli a dondolo…

“Ci stanno uccidendo, i ristoratori sono in ginocchio, tanti nostri dipendenti sono in attesa della cassa integrazione e il decreto ristori è solo una mancetta. Siamo tutti vittime di scelte insensate: il virus non ha orari, arriva quando vuole arrivare. In Germania, Giappone e altri Paesi hanno messo a disposizione centinaia e centinaia di miliardi sotto forma di aiuti. Ma il Governo italiano va alla guerra con cavalli a dondolo e pistole a schizzo. Sono molto deluso da questa situazione”, sottolinea Gianfranco Vissani, presidente onorario RistoItalia e membro onorario di Tutela Nazionale Imprese.

L’iniziativa è promossa da Tni-Tutela Nazionale Imprese in collaborazione con Acs Associazione Commercianti per Salerno, A.I.O.S Palermo, Ristoratori Liguria, RistorItalia, Ristoratori Emilia Romagna, Ristoratori Lombardia, Ristoratori Toscana, Ristoratori Veneto, Ristoratori Lazio, Ristoratori Campania, Ristoratori Puglia, Ristoratori Trentino, Ristoratori Sicilia, Veneto Imprese Unite.