Smartworking: la maggior parte dei lavoratori preferirebbe rimanesse, sia pure parzialmente

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Agli italiani lo smartworking piace. Mentre in tutto il mondo le aziende si stanno preparando per far rientrare in ufficio i propri dipendenti, l’ultimo studio di Accenture rileva che l’83% delle persone intervistate preferirebbe un modello di lavoro ibrido. Magari con la possibilità di svolgere attività da remoto dal 25% al 75% del proprio tempo. Lo studio “The future of work: productive anywhere” condotto su 9.326 lavoratori in 11 Paesi evidenzia come il 40% delle persone ritiene di poter essere produttiva e soddisfatta. E questo sia lavorando completamente da remoto che in azienda oppure applicando un modello di lavoro ibrido. Inoltre, l’85% delle persone di questo campione intende restare a lungo nella propria azienda. Tuttavia, non sarà semplice trovare un modello ibrido valido per tutte le generazioni.

I più giovani vorrebbero più contatti con i colleghi

Tre persone su quattro (il 74%) della generazione z (cioè i nati tra il 1997 e il 2010) desiderano maggiori opportunità di collaborazione in presenza con i colleghi. Una percentuale più alta rispetto al 66% espresso dalla generazione x (chi è nato tra il 1960 e il 1980). “Nel post pandemia – spiega Stefano Trombetta, di Accenture – sta emergendo tra i lavoratori la preferenza verso un modello che consenta di lavorare ovunque. Si tratta di persone che sanno rimanere produttive e che hanno accesso in modo completo alle risorse aziendali e personali per lavorare al meglio. Dobbiamo orientare il dibattito sul lavoro, considerando non soltanto il tema del luogo in cui le persone possono lavorare. Ma anche i fattori che ne favoriscono la produttività, la salute e la resilienza e come valorizzare il potenziale delle persone in qualsiasi luogo e contesto”.

Solo una minoranza frustrata dallo smartworking

Dal rapporto emerge inoltre come ciò che divide i lavoratori che sono produttivi (40%) da quelli che sono disconnessi e frustrati (8%) non è lo stress. Ma la disponibilità o meno di accedere a risorse adeguate che consentano loro di essere produttivi indipendentemente dal luogo. Le risorse da considerare includono l’autonomia lavorativa, la salute mentale. E una leadership che sa essere di supporto e la maturità digitale dell’azienda di appartenenza. Ma non è tutto. Le aziende che supportano la produttività e la salute di lavoratori ne traggono anche benefici di natura finanziaria. Il 63% delle aziende che ha già messo in atto modelli di “produttività da qualsiasi luogo”, ovvero che offrono ai dipendenti la possibilità di lavorare da remoto o in ufficio, ha registrato una crescita elevata del fatturato.

Il futuro si gioca sul modello di azienda ibrido

La stragrande maggioranza (69%) delle aziende con crescita negativa o inesistente, invece, è ancora incentrata sul luogo fisico anziché incentivare modalità di tipo ibrido. “Le persone che hanno la possibilità di scegliere un modello ibrido di lavoro sono maggiormente in grado di affrontare le sfide con un buon equilibrio psico fisico. Costruiscono relazioni lavorative più solide e prevedono di restare nella propria azienda a lungo”, continua Trombetta. I leader devono quindi abbandonare l’idea che il modello di lavoro del futuro debba essere necessariamente incentrato sul luogo fisico. Per definire invece un modello capace di offrire alle persone le risorse necessarie per essere produttive a prescindere da dove si trovino.