Taxi, basta elemosina vogliamo guanti e mascherine

Basta elemosina, volgiamo anche noi i guanti e le mascherine. È quanto chiede in una nota Unica Taxi, in linea con quanto già espresso da molte associazioni di categoria e dalle più importanti centrali radio taxi. Il servizio prestato dalle auto bianche tecnicamente si chiama trasporto pubblico non di linea. È pubblico perché il tassista è obbligato ad accettare la corsa, a differenza del noleggio da rimessa. Ed è regolamentato per le modalità di svolgimento. Da quando è esplosa l’emergenza coronavirus la categoria dei tassisti è piombata in una crisi profonda, e non è difficile capire il perché. A Roma il turismo si è praticamente azzerato, e la gente è quasi tutta a casa. Le auto bianche si incolonnano in lunghe file con la prospettiva di non fare neppure una corsa durante il proprio turno. Per questo la categoria ha chiesto e ottenuto la riduzione dei turni. Meglio lavorare poco e tutti che stare fermi al parcheggio. Ma ora la pazienza dei conducenti delle vetture bianche sembra finita. Vogliono almeno le dotazioni di sicurezza previste dalla Regione. E il Campidoglio dovrà rispondere.

I tassisti vogliono subito guanti occhiali e mascherine. Basta con l’elemosina

I tassisti romani non chiedono elemosina e hanno dimostrato anche in queste settimane un grande attaccamento al proprio lavoro. Fornendo anche servizi per la collettività come la consegna a domicilio di generi alimentari e medicinali. E garantendo il collegamento gratuito da e per lo Spallanzani a medici e infermieri. Ora però la categoria chiede di essere tutelata e protetta. Almeno come gli altri lavoratori che in questi giorni stanno fornendo servizi essenziali. E che non possono restare a casa. La denuncia è chiara e forte. Vogliamo che l’amministrazione comunale ci fornisca subito tutte le dotazioni di protezione individuali necessarie per evitare il rischio contagio. Parliamo dei guanti monouso, delle mascherine e degli occhiali protettivi. Le regole per i taxi sono chiare, e messe nero su bianco da una direttiva regionale. Che si basa direttamente su quanto disposto nei decreti del governo Conte. Il servizio di TPnL (trasporto pubblico non di linea) può continuare perché è considerato essenziale. Ma con regole ben precise. Massimo due passeggeri a corsa, seduti sul sedile posteriore. Porta anteriore del passeggero bloccata con la sicura. Igienizzazione della vettura dopo ogni turno, e sanificazione completa una volta alla settimana. E obbligo per il tassista di indossare i dispositivi di protezione individuale previsti dalla legge.

La protesta dei taxi. Il comune ci deve proteggere, da soli non ce la facciamo

La nuova protesta delle auto bianche a Roma riguarda le dotazioni dei tassisti per proteggersi dal rischio coronavirus. Guanti monouso, occhiali e mascherine. Tutti dispositivi obbligatori per legge, ma che i condimenti si sono dovuti comperare a loro spese. Una situazione intollerabile secondo Unica Taxi, che si è rivolta direttamente al Campidoglio e alla sindaca Raggi. Un comunicato duro, nel quale è stato chiesto al comune di provvedere al più presto a fornire agli ottomila tassisti romani tutta l’attrezzatura di sicurezza prescritta dalla legge. E necessaria per poter lavorare. Fino ad ora la categoria ha provveduto a proprie spese, ma adesso non è più possibile. Non c’è lavoro e non si può chiedere a noi di metterci le mani in tasca anche per la nostra sicurezza. Questa la richiesta più che condivisibile dei taxi della capitale. Ma dal Campidoglio e dalla sindaca Raggi per ora la risposta è il silenzio.

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