Terroristi e Covid nei centri sociali e stavolta la Raggi è muta

Raggi centri sociali

La bella canterina non parla più, ci troviamo i terroristi nei centri sociali e Virginia Raggi sta zitta. Svicola per frignare sulle motivazioni della sentenza mafia capitale. Che non era mafia. Mentre il caos nei palazzi occupati dall’estrema sinistra c’è, eccome se c’è. Ma lei se ne strafrega.

Due botte in una. Quella che mette più paura riguarda lo stabile di piazza Pecile, alla Garbatella. Dal 2013 Action lo ha fatto proprio e ci ha ficcato dentro un bel po’ di clandestini. Insieme agli africani che lo gestiscono – una proprietà pubblica!, era della Asl – c’era anche una famiglia peruviana. Il bimbo più piccolo ha contratto il Covid e tutti e sei, tra genitori e figli, sono ora ricoverati perché positivi. Il focolaio è pericoloso, dicono i medici.

Raggi muta sui centri sociali rossi

Poi, l’altra notizia, che è anche preoccupante. All’alba di ieri sono finiti in carcere sette terroristi anarchici, quelli che vanno in giro a mettere bombe, trovavano ospitalità presso il centro sociale Bencivenga, alla Batteria Nomentana. Lì era la loro base, dicono gli inquirenti.

Virginia Raggi non ha fiatato per tutto il giorno su quello che accade nei luoghi dove regna l’illegalità reale. Se non parla di CasaPound il sindaco di Roma non sa che cosa dire a proposito di centri sociali.

Ed è molto grave il mutismo della Raggi sui centri sociali dell’estrema sinistra. A Roma ce ne sono un’infinità ed è davvero strano che il Campidoglio non agisca contro di loro. Da ieri c’è un motivo in più, perché nessuno può pensare di importare di nuovo terrorismo in una città che ha pagato un tributo di sangue elevatissimo allo scontro armato.

Non bastano terroristi e Covid?

E poi, la tutela della salute. In quei luoghi la promiscuità è assoluta. Non c’è alcuna garanzia per le persone. E neppure per chi abita nella zona. In piazza Attilio Pecile oggi c’è ancora più paura del passato. Perché non si sa quanti possano essere i contagiati dal Covid.

Di fronte a tutto questo il silenzio di chi dovrebbe rappresentare la città inquieta. Quasi che abbia timore di disturbare l’estrema sinistra. Che non si debba curare di quello che succede nei palazzi occupati che non vuole sgomberare. Ma se ci sono problemi di salute conclamati ed episodi gravi di fiancheggiamento di anarchici terroristi non c’è spazio possibile per le esitazioni di Virginia Raggi.

Lei ha il dovere di garantire tutti, smettendola con le manfrine a senso unico. Faccia tutti i comizi che vuole, ma un minuto dopo essersi spesa veramente per la legalità. Finché a Roma abbiamo un sindaco che tollera qualunque cosa accada a sinistra noi la contesteremo civilmente ovunque. Perché l’amministrazione non è sua proprietà privata. Neanche lei può occuparla con la faziosità che sta dimostrando in questi ultimi tempi.