A Milano per il Lavoro il Primo Maggio dell’Ugl

Ugl lavoro

Non mollare mai sul tema del Lavoro, e l’Ugl quest’anno lo fa in un modo diverso. Il Primo maggio il sindacato nazionale lo celebrerà non nel centrosud, come voleva la tradizione, ma nel cuore del nord Italia.

Infatti, stamane, ed è una scelta simbolica di valore, il sindacato di Paolo Capone incontra i suoi iscritti a Milano, in piazza del Duomo.

Ugl e il Lavoro, Primo Maggio a Milano

“Il Lavoro cambia anche noi”, è il motto dell’iniziativa che ha percorso trenta città da Nord a Sud.

Obbiettivo prioritario dell’Ugl il radicamento nei territori, per raggiungere i propri iscritti, i dirigenti e tutti i lavoratori per rivendicare la centralità del lavoro, andando nelle piazze, nelle fabbriche e nelle realtà produttive del Paese.

Stamane parterre di livello, a partire da Paolo Capone. E con presenze politiche significative a celebrare la Festa del Lavoro: il Senatore Matteo Salvini, leader della Lega; la Senatrice Licia Ronzulli, in rappresentanza di Forza Italia; l’Europarlamentare Carlo Fidanza per Fratelli d’Italia. E diversi dirigenti nazionali del sindacato.

Per l’occasione sarà presentato anche il Rapporto UGL-CENSIS: ’Tra nuove povertà e lavoro che cambia: quel che attende i lavoratori oltre il Covid-19’.

In Lombardia un quadro drammatico

E il quadro è davvero drammatico: la Lombardia è stata la regione più colpita dalla pandemia da Covid-19, non possiamo dimenticare il suo triste primato anche in merito alle ’morti bianche’ e alla crisi occupazionale causata dalle restrizioni. Almeno 15 multinazionali sono pronte a lasciare il territorio, si tratta di vari settori quali la chimica, la meccanica, la moda e anche il mondo bancario.

La fabbrica di ascensori Sematic ha abbandonato Osio Sotto (Bg) per trasferirsi in Ungheria con il licenziamento di 183 lavoratori; la Novem Car sposterà il 90% della sua produzione dallo stabilimento di Bagnatica (Bg) in Slovenia. Anche il colosso della chimica Henkel ha deciso di trasferirsi dalla provincia di Como e così molte altre realtà, come la Galimberti-Euronics, la Tecnomagnete di Lainate, la Corneliani di Mantova, il gruppo bresciano Alco della grande distribuzione organizzata, la statunitense Huntsman nel varesotto, la Voss Fluid di Osnago, la farmaceutica israeliana Sicor Teva di Bulciago. Pure la catena di profumerie Douglas ha rinunciato a 19 negozi su 68. In sofferenza, inoltre, il settore bancario con Deutsche Bank che chiuderà un quinto delle filiali.

Si tratta di migliaia di posti di lavoro persi – ricorda proprio Capone – nelle grandi aziende, senza contare l’impatto della pandemia anche sulle piccole e medie imprese. Una situazione che si aggraverà non appena cesserà il blocco dei licenziamenti nel 2021. Tutto ciò non può prescindere dal pensare alle eccellenze lombarde, comparti come la moda e il design con oltre 3200 imprese locali che fanno della regione una delle aree più industrializzate d’Europa, contribuendo a circa un quinto del Pil nazionale. Per scongiurare la desertificazione del tessuto produttivo è necessario favorire le imprese che operano a livello locale con incentivi e contributi, anche a fondo perduto, per tutelare i posti di lavoro”.