Vergogna ATAC. Il kit è solo una mascherina e un paio di guanti

Dopo quasi un mese di attesa sono finalmente arrivati all’ATAC i kit di protezione individuali per gli operatori di esercizio. Una richiesta fatta a gran voce dal sindacato, considerando che il trasporto pubblico è un servizio essenziale. E che quindi autisti e macchinisti sono costretti a lavorare anche in questi giorni difficilissimi. La sindaca Raggi ha annunciato con orgoglio che tutti i lavoratori dell’azienda dei trasporti capitolina erano stati messi in condizione di lavorare in sicurezza. E sembrava che questa vicenda si stesse avviando a una felice conclusione. Anche se con un grave ritardo, perché la pandemia di Covid 19 c’è già da un pezzo. E dopo la richiesta di accesso agli atti sottoscritta da diverse forze sindacali. Ma purtroppo sembra invece che siamo di nuovo al punto di partenza. Come in in macabro gioco dell’oca, dove però i dadi vengono lanciati sulla pelle dei lavoratori. Questo almeno emergerebbe dalle lettere ufficiali dell’azienda che spiegano come e quando indossare il kit. Ma soprattutto dalla quantità degli accessori forniti. Una mascherina FFP2 e un paio di guanti monouso. Non ci sono parole.

 

ATAC, arrivano guanti e mascherine. Ma solo un paio a lavoratore

Alla fine i guanti monouso e le mascherine promesse ai lavoratori ATAC addetti all’esercizio sono arrivati. Meglio tardi che mai, si potrebbe pensare. Ma in realtà i sindacati sono nuovamente su piede di guerra. Perché quando si è trattato di andare a ritirare i dispositivi in rimessa, la sorpresa è stata amara. Infatti la dotazione di protezione individuale comprende un solo paio di guanti  monouso e una sola mascherina per ogni lavoratore. Assurdo, considerando il numero di ore che gli autisti passano sull’autobus ogni giorno. E gli appelli che sentiamo sempre per televisione. Che le mascherine bisognerebbe indossarle sempre. E che sono monouso, quindi in teoria una volta indossate non andrebbero rimesse. Ma in ATAC il mondo sembra funzionare alla rovescia. Così insieme al kit viene recapitata una lettera. Che spiega come indossare al meglio l’attrezzatura. Ma anche una disposizione operativa, la numero 69 del 10 aprile. A forma della dirigente responsabile Sabrina Bianco. Diretta a tutti gli operatori di esercizio. Se non l’avessimo vista, ci sarebbe da non crederci.

Usate i dispositivi solo se manca il distanziamento sociale. E se li utilizzate scriveteci il perché 

Il kit di protezione individuale fornito dall’ATAC agli operatori di esercizio sarebbe composto solo da un paio di guantini monouso e da una mascherina FFP2. Un mese di attesa per avere quasi niente, e i sindacati sono inferociti. Una presa per il c…secondo Claudio Di Francesco, segretario della FAISA Sicel. Perché mascherine e guanti sarebbero da usare solamente in caso di emergenza e di estrema necessità. E per alcune categorie come gli addetti alle portinerie non sarebbero neppure previsti. La disposizione operativa dell’azienda è chiara e non lascia spazio a dubbi. I dispositivi contenuti nel kit devono essere usati solo nelle circostanze emergenziali nelle quali non è possibile il distanziamento sociale. E poi la parte più incredibile del documento di ATAC. Qualsiasi richiesta di reintegro della dotazione dovra’ essere necessariamente supportata da una descrizione circostanziata dell’evento. Quello che avrebbe determinato l’utilizzo della dotazione ricevuta. Come dire, se ti sei messo i guanti monouso e la mascherina solo per essere più sicuro li hai sprecati. E l’azienda non te ne fornirà un altro paio. Sembra incredibile ma è vero. E saranno gli stessi autisti che dopo aver lavorato a mani nude e senza maschere dovranno restare chiusi a casa a Pasqua per essere dei bravi cittadini. Vergogna, mettetevi una mano sulla coscienza. Integrate il kit e quella disposizione revocatela subito. Chi in questo momento si sacrifica e lavora anche per noi va aiutato. E non deriso.

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