11 mila aziende chiuse, 44 mila disoccupati in più. La crisi a Roma fa paura

I dati della crisi a Roma adesso fanno paura. Secondo quanto emerge da uno studio condotto in tandem dalla Camera di Commercio in collaborazione con l’istituto di ricerca Format Research. E sfociato nel “Diario economico della Provincia di Roma”. Dal quale emerge un quadro drammatico, con oltre 11 mila imprese del terziario chiuse nel 2020. Per una stima di circa 44 mila disoccupati in più solo nella Capitale. Roma indubbiamente è una delle città italiane che più ha sofferto la crisi post pandemia, l’assenza di flussi turistici e i lockdown. Similmente ad altre città d’arte, come Venezia e Firenze. Basti pensare infatti che ben il 76 per cento del Pil cittadino è legato al commercio, alla ristorazione, al turismo e all’accoglienza, settori tutti profondamente in crisi. Così dei 128 miliardi di indotto del 2019, se ne sono persi ben 9. Pari quasi al 7%. Numeri difficili da ammortizzare, anche prevedendo una possibile ripresa a partire dal 2022. E anche sul fronte dei consumi la Capitale ha subito una brusca frenata. Con un calo del 14% rispetto al già drammatico meno 12.5% nazionale. Insomma, bisogna trovare dei rimedi in fretta. E se vogliamo evitare che Roma sprofondi, le istituzioni devono intervenire. Con dei segnali chiari e forti, aiutando chi non vuole comunque chiudere. E chi nonostante tutto è pronto a scommettere ancora sulla nostra città, e a ripartire.

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La crisi morde Roma. La Camera di Commercio studia i rimedi e chiama in causa Comune e Regione

A fronte di una crisi senza precedenti per il terziario cittadino, la Camera di Commercio ha voluto analizzare i risultati di quest’anno orribile. E provare a proporre dei rimedi direttamente alla politica e alle istituzioni. Perché anche governo e amministrazioni possono e devono fare la loro parte. “I numeri fotografano la situazione e vanno letti per quel che sono – commenta Pier Andrea Chevallard, commissario di Confcommercio Roma – Non ne enfatizzerei la drammaticità, ma sicuramente ci troviamo in una situazione molto difficile per le imprese. Il vero tema è come potremo intercettare, nel 2021, la modesta ripresa che avremo». “È necessario che oggi si varino interventi sostanziosi di sostegno alle imprese commerciali, per permettere loro di sopravvivere fino al termine dell’emergenza – sottolinea Chevallard -. A partire dall’eliminazione dell’Irap e dei ristori per le imprese colpite in termini di liquidità, indispensabile per non chiudere definitivamente bottega. Si pensi, per esempio, al dramma degli alberghi e di tutto il sistema accoglienza. Con un turismo azzerato e una ripresa del flusso di visitatori ancora lontana, che ci aspettiamo non prima dell’autunno 2021. Possiamo considerare già in buona parte “bruciato” il primo semestre del prossimo anno». Secondo il commissario di Confcommercio Roma, «bisogna, con il Comune e la Regione, pensare a una strategia di marketing. Per intercettare i futuri flussi turistici e riportare Roma a essere un obiettivo per l’attività congressuale, ma anche per il turismo scolastico». Per non parlare «delle iniziative minime quotidiane, che l’amministrazione capitolina deve mettere in campo. Come tenere aperte le zone a traffico limitato e favorire la mobilità cittadina».

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