200 anni fa Keats moriva a Roma. Oggi riposa al Cimitero degli Inglesi

Duecento anni fa, il 23 febbraio 1821, all’età di 25 anni, moriva a Roma di tubercolosi John Keats. Fu uno tra i più significativi poeti del romanticismo inglese. Si spense nel suo alloggio in piazza di Spagna. E tre giorni dopo fu sepolto nel cimitero acattolico di Roma presso la piramide di Caio Cestio, dove ancora oggi si trova. Sulla sua tomba Keats non volle scritti né il nome, né la data di morte, ma semplicemente un breve epitaffio, che recita: “Questa tomba contiene i resti mortali di un giovane poeta inglese che, sul letto di morte, nell’amarezza del suo cuore, di fronte al potere maligno dei suoi nemici, volle che fossero incise queste parole sulla sua lapide: Qui giace un uomo il cui nome fu scritto nell’acqua”.
Keats morì a piazza di Spagna a 25 anni
L’opera del giovane Keats è sostanziata dai temi della bellezza intesa in quanto valore di trascendenza. E quindi animata da un profondo senso etico e dal drammatico e incessante dissidio tra ragione e sentimento. La sua poetica raggiunse forse i suoi esiti più convincenti nelle odi (tra le più note “Ode a un usignolo”, “Ode su un’urna greca”, “Ode alla malinconia”). Qui l’idea della morte si fa dominante e la ricercatezza stilistica è magistralmente potenziata da altissimi toni evocativi. Più di Lord Byron e Percy Bysshe Shelley, Keats rappresenta l’alto ideale dello spirito romantico che si incarna, con energia inesausta, non solo nell’intero corpus delle sue poesie, ma anche nelle numerose lettere rivolte ora ai familiari, ora ad amici editori, intellettuali e poeti.

Era nato a Londra nel 1795
Definito con sprezzo agli esordi poeta “cockney”, volgare, e mai del tutto apprezzato fino al momento della morte precoce. Keats ha profuso in poesia una capacità naturale di immaginazione, riflettendo con tutta la sua persona sul senso della poesia, tra affanni e momenti di più breve esaltazione. Nato a Londra il 31 ottobre 1795, orfano del padre a 8 anni (morto per una caduta da cavallo) e della madre a 14 (morta per tubercolosi), John Keats fu apprendista presso un chirurgo. Superati gli esami di licenza all’Apothecaries’ Hall, fu nominato assistente al Guy’s Hospital. Intanto le letture, e in specie “The Fairie Queene” di Edmund Spenser, gli rivelarono la sua vera vocazione (il suo più antico componimento è appunto la “Imitation of Spenser” del 1813).
Keats fu poeta precocissimo
Lo scrittore James Henrey Leigh Hunt riconobbe subito il genio di Keats e ne pubblicò alcuni sonetti in “The Examiner”. La sua influenza è evidente nel primo volume di Keats (“Poems”, 1817). Il periodo di raccoglimento che seguì la decisione di dedicarsi esclusivamente alla poesia (1816) fu occupato da Keats nello studio di William Shakespeare. Nello stesso tempo risentì l’influenza di William Wordsworth, che è sensibile nella poesia “Sleep and poetry”, la più importante di “Poems”.
Morì di tubercolosi giovanissimo
Nel 1820 Keats lottava già, inutilmente, contro una consunzione ereditaria ed era angosciato da una passione divorante. Circa 18 mesi prima aveva incontrato miss Fanny Brawne e tutta la relazione del poeta con lei è tragica nella sua torturante irrequietezza. La salute del poeta aveva cominciato a destare preoccupazioni fin dagli inizi del 1818. E sembra certo che la fine sia stata affrettata dalle conseguenze d’un viaggio a piedi, fatto da Keats con Charles Armitage Brown, attraverso la regione dei Laghi e in Scozia. Nel settembre 1820 il poeta partì per l’Italia col suo amico Joseph Severn, sperando che un inverno all’estero gli giovasse alla salute. Ma era troppo tardi. Il 23 febbraio 1821 la tubercolosi gli tolse il respiro mentre ammirava la scalinata di Trinità dei Monti in piazza di Spagna dove alloggiava.