25 Aprile, partigiani in piazza e cattolici in catacomba. La denuncia di Bechis

Domani cadrà il 25 Aprile, quella Festa della Liberazione tanto celebrata a tutte le latitudini dalla sinistra italiana. Una ricorrenza che tradizionalmente vede in prima fila l’ANPI, l’Associazione  nazionale dei partigiani d’Italia. Strana storia quella dell’ANPI, perchè conti alla mano la seconda guerra mondiale sarebbe terminata nel 1945. Quindi esattamente settantacinque anni fa. Chi aveva diciotto anni all’epoca quest’anno ne dovrebbe compiere 93, e sicuramente qualcuno vivo ci sarà al quale auguriamo lunga e felice vecchiaia. Ma la maggior parte degli aderenti all’ANPI sono ragazzi, donne e uomini che la guerra non l’hanno mai conosciuta, nemmeno per sbaglio. E che si ritengono i custodi di una resistenza infinita non si sa bene contro chi e contro che cosa. Una sorta di eterno dopoguerra che qualcuno vorrebbe interminabile. Perchè come ben si racconta nel capolavoro di Dino Buzzati Il Deserto dei Tartari, la presenza di un nemico anche se invisibile ed immaginario tiene unite le truppe. E spesso fornisce uno scopo alla nostra stessa esistenza. Il nemico dell’ANPI sono tutti i fascismi vecchi e nuovi, questo è noto. E quest’anno c’è anche il coronavirus. Che è tanto cattivo che un po’ fascista deve essere per forza anche lui. Così il 25 Aprile si va tutti in piazza, in barba ai divieti. Il Viminale si adegua, e gli altri Italiani, quelli inutili cattolici e benpensanti restano ancora una volta prigionieri a casa.

Franco Bechis, il 25 Aprile cattolici nelle catacombe e partigiani liberi, il Viminale in imbarazzo

La Festa della Liberazione del 25 Aprile quest’anno verrà di sabato, e secondo il meteo sarà anche una bella giornata di sole. Ma esattamente come per Pasqua le famiglie italiane saranno bloccate a casa. Con elicotteri e droni a controllare se esce qualche untore, se magari i nostri figli ci chiedono di fare quattro passi all’aria aperta. Dopo due mesi di prigionia. Con una sola eccezione, le manifestazioni organizzate dall’ANPI, l’Associazione nazionale dei partigiani d’Italia. Il Viminale ha redatto una circolare apposta per loro, e il direttore de Il Tempo Franco Bechis ha voluto prendere una posizione coraggiosa. È bastato uno strillo dell’ANPI per mettere in ginocchio Giuseppe Conte e concedere la partecipazione dei partigiani alle celebrazioni del 25 Aprile, ha scritto Bechis sul suo profilo Facebook. Ed ha anche pubblicato la circolare del Ministero dell’Interno, che crea imbarazzo evidente. Il Viminale ha infatti stabilito che si potranno in qualche modo ritenere consentite forme di celebrazione della tradizionale cerimonia. Proprio così, in qualche modo prosegue Bechis citando testualmente la circolare governativa. Per deporre corone dinnanzi a lapidi o monumenti ai caduti. In manifestazioni che prevedano oltre la presenza dell’autorità deponente anche la partecipazione delle associazioni partigiane. E il direttore de Il Tempo riassume magistralmente la situazione. Dunque cattolici nelle catacombe con irruzione della Polizia se celebrano una messa in quattro gatti. In galera se fanno un funerale. Ma ovviamente, sia pure ‘in qualche modo’, se aderisci all’ANPI sei libero.  L’Italia per Bechis è un Paese in cui si può stracciare la libertà religiosa e con essa la Costituzione che la garantisce. Ma guai a tenere a casa un partigiano. Perchè è un Italiano un po’ più speciale degli altri murati vivi da 45 giorni.

https://www.iltempo.it/politica/2020/04/23/news/giuseppe-conte-libera-partigiani-25-aprile-anpi-liberazione-resistenza-vieta-figli-morti-coronavirus-orlando-pd-1319522/?fbclid=IwAR3ggWZ5tcH4UWG9VjEK46z7p83cczL2JHdKlb8w65JA3uCvCpF2XlSquc0