25 novembre, il mondo celebra l’eliminazione della violenza sulle donne, ad Ardea si fa la Notte Rosa con street food, trampolieri e baby dance: è polemica
Il 25 novembre si avvicina. Una data simbolo per le donne, in cui si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, un’occasione dedicata a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo grave problema globale. Ma se per tutti l’obiettivo principale della giornata è promuovere la consapevolezza e l’azione per porre fine alla violenza fisica e psicologica che milioni di donne subiscono in tutto il mondo, ad Ardea è stato deciso di celebrare in modo alternativo.
Il Comune, infatti, ha organizzato la prima edizione della Notte Rosa. E l’iniziativa, che appare come una vera e propria festa, non è piaciuta all’organizzazione femminile “Sportello Donne Pomezia”, che si occupa delle donne in difficoltà di Pomezia e Ardea.
“Una festa con street food, gadget e truccabimbi”
“Siamo indignate”, dichiarano dallo Sportello Donne Pomezia. “Il Comune di Ardea organizza una vera e propria festa a Tor San Lorenzo con street food, artigianato locale, artisti di strada, musica, palloncini, gadget, intrattenimento per bambini, mascotte e trampolieri, babydance e truccabimbi. Nel mezzo, un incontro con un avvocato e due criminologhe”. E questo, sottolineano, nel giorno in cui si dovrebbe mettere in evidenza il fenomeno della violenza contro le donne e far capire quanto è importante contrastarlo.
“Chi conosce il mondo della violenza di genere lo ripete da anni: gli eventi di sensibilizzazione non bastano mai. E a novembre, ovunque, si moltiplicano dibattiti, cerimonie, incontri nelle scuole, camminate in memoria delle vittime, momenti di comunità. Ma mai avremmo pensato di trovarci di fronte a una festa, perché il 25 novembre non lo è”, rimarcano dallo Sportello.
Perché il 25 novembre non è una festa
“Non si festeggia quando si ricordano le donne uccise dai propri mariti, compagni o ex. Non si festeggia mentre si denuncia una violenza sistematica, radicata, che continua a colpire ogni giorno. Non si festeggia quando si chiedono più fondi ai centri antiviolenza e un serio investimento nell’educazione sessuoaffettiva nelle scuole”, spiegano. “Cosa c’è da festeggiare, se nel 2025 sono già 76 le donne uccise per mano di partner o ex partner? Il Lazio è la quinta regione per femminicidi. E ad Ardea, da settembre a oggi, si contano già tre casi noti di violenza domestica e maltrattamenti”.
E poi scattano le domande per l’amministrazione comunale. “Dov’è la sensibilizzazione se in questo evento non c’è traccia del centro antiviolenza che opera proprio a Tor San Lorenzo? Dov’è il confronto con le associazioni che ogni giorno supportano le vittime? E le scuole, fondamentali per educare e prevenire, perché non sono state coinvolte?”. Un’amministrazione pubblica, ricordano le attiviste, ha il dovere di trattare la violenza di genere con serietà, in ogni atto e in ogni scelta, soprattutto durante una giornata così significativa.
L’appello finale è diretto al Sindaco di Ardea Fabrizio Cremonini: rivedere l’iniziativa, assumersi la responsabilità di proporre un evento che sia davvero coerente con la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La festa, assicurano, potrà aspettare. Il 25 novembre no.