350 hotel chiusi su 1250. A Roma è crisi nera, e i lavoratori circondano il Colosseo

È sempre crisi nera per il comparto del turismo a Roma. Nella Capitale infatti, su 1250 hotel censiti, almeno 350 sono rimasti inesorabilmente chiusi dal marzo 2020. Con una contrazione dei flussi turistici pari all’80%. Dati da profondo rosso, con la conseguente catena di licenziamenti e ristrutturazioni aziendali. Perché anche chi ha intenzione di riaprire, spesso sceglie la via più ‘comoda’. Mandando a casa definitivamente i lavoratori di lungo corso. Quelli che hanno la busta paga più pesante. E magari pensando di riassumere giovani con contratti a termine, che incidono molto meno sui costi di gestione. Una situazione drammatica per centinaia di famiglie, aggravata anche da un altro fattore. Con la pandemia infatti, molti convegni e meeting si svolgono ormai da remoto. E quindi anche il turismo congressuale, con annesse sale, traduttori, navette da e per l’aeroporto e tutto l’indotto, è praticamente fermo. Adesso però, i lavoratori del settore non ce la fanno davvero più. E hanno chiesto un tavolo urgente di confronto al governo. Con una inixozrova clamorosa, circondando il Colosseo. Sperando che finalmente le istituzioni diano loro l’attenzione e le risposte che aspettano invano da tantissimi mesi.

Pochi turisti e hotel chiusi. Ma l’esperienza di centinaia di lavoratori va tutelata

In questo quadro generale già quattro grandi strutture hanno annunciato oltre 300 licenziamenti. Tra questi c’è la nota vicenda dello dello Sheraton Roma Hotel & Conference Center che ha deciso di mandare a casa tutti i suoi 164 lavoratori. Stesso destino per i 41 dipendenti del Cicerone e i quasi 100 degli hotel di lusso di via Veneto: 47 del Majestic, 51 dell’Ambasciatori Palace. Roma Capitale ha chiesto l’istituzione di un tavolo interistituzionale e fondi straordinari al governo, intanto i lavoratori non placano la loro mobilitazione.

La clamorosa protesta di lavoratori e sindacati al Colosseo

“Rilanciamo il Turismo, tuteliamo il lavoro, proteggiamo il nostro patrimonio. Insieme” – dicono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs chiedendo un intervento urgente e strutturale alle istituzioni. “Queste chiusure e ristrutturazioni nascondono la volontà di liberarsi di lavoratori con contratti a tempo indeterminato, anche da 30 anni, per assumerne altri con minori tutele. E’ una situazione inaccettabile che va fermata” – ha tuonato all’ombra del Colosseo il segretario della Cgil di Roma e Lazio, Natale di Cola.

“Quella che la filiera del turismo, della ristorazione e della cultura sta vivendo è una situazione di estrema gravità che richiede soluzioni specifiche. In grado di accompagnare lavoratori e imprese fino alla piena ripresa. Non solo blocco dei licenziamenti e ammortizzatori in deroga, ma misure di politica attiva del lavoro, perché è proprio il lavoro il valore aggiunto di un settore fondamentale per l’economia italiana” – sottolineano le organizzazioni sindacali. L’obiettivo è quello di arrivare ad un confronto con il Governo, anche alla luce delle opportunità offerte dal PNRR, che coinvolga tutte le parti in campo, anche a livello locale, sollecitando la definizione di un patto sociale per tutelare l’occupazione, “minacciata dai licenziamenti indiscriminati avviati dall’inizio dell’anno”.