4 Novembre, l’amarezza dei due marò: non ci hanno considerato neanche quest’anno

i due marò (2)

“Purtroppo non siamo stati considerati nemmeno quest’anno. Ieri al Quirinale e oggi a Bari ho visto insignire colleghi e bandiere da onorificenze consegnate dal Presidente della Repubblica. Il nostro sacrificio e delle nostre famiglie al termine di dieci anni di ingiusta vicenda ad oggi non è stato meritevole di essere insignito nemmeno di una pacca sulla spalla”. Lo ha detto il marò Salvatore Girone che oggi a Bari era tra il pubblico che ha assistito sul lungomare alla cerimonia con il presidente della Repubblica e il ministro della Difesa Guido Crosetto per il per il 4 novembre. Ieri il suo commilitone Massimiliano Latorre ha annunciato di aver intentato causa allo Stato per chiedere un risarcimento danni a seguito della contesa internazionale tra India e Italia che li ha visti coinvolti. Girone ha fatto sapere di aver scritto una lettera alle istituzioni per chiedere un riconoscimento, ma di aver ricevuto una risposta “di chiusura al dialogo” e per quest sta studiando con i legali come valutare la sua situazione.

Latorre ha intentato una causa contro lo Stato: “Merito un risarcimento”

“Insieme al pool di avvocati che mi segue, composto da internazionalisti, civilisti e penalisti, stiamo studiando la situazione. Abbiamo inviato una lettera conciliativa ai dicasteri più importanti, a Palazzo Chigi, agli Esteri e alla Marina. Chiedevamo un dialogo, ma non abbiamo avuto la risposta dialogante che cercavamo”. Così commenta il marò Salvatore Girone la notizia dell’avvio della causa contro lo Stato del suo commilitone Massimiliano Latorre, per la lunga contesa internazionale con Nuova Delhi legata all’incidente avvenuto nel 2012 nelle acque del Kerala. “La nostra situazione è paradossale: l’Italia – spiega il marò Girone – ha cercato a lungo un dialogo con l’India. Invano. Stavolta abbiamo chiesto noi un dialogo al nostro Stato e siamo stati messi in difficoltà. Senza dare colpe a nessuno, ho solo chiesto di discutere un riconoscimento alla mia famiglia e a me per compensare il sacrificio a cui siamo stati sottoposti per quello che è accaduto ingiustamente”. “Sono deluso – aggiunge – e ho un malcontento dentro perché ho faticato tantissimo a vedere la mia famiglia soffrire per lunghi anni. Sono scontento da uomo dello Stato perché ci tengo alla Marina militare: cose come quelle accadute a me non devono accadere. Abbiamo avuto una risposta totale di chiusura che ci lascia spiazzati. Ho difeso con l’immagine e la dignità la nostra nazione”. Poi un appello al ministro della Difesa Guido Crosetto. “Da barese mi vien da dire ‘benvenuto ministro’. Gli chiedo di prestare molta attenzione a noi militari, ci mettiamo l’anima. E poi gli gli chiedo di trovare tempo per dedicarsi alla nostra vicenda”, conclude Girone.