400 euro al mese fino a 6 anni: ecco la legge per rilanciare la natalità

“Un primo passo verso l’avvio di una rivoluzione del welfare che metta la famiglia naturale al centro dello Stato sociale e ponga in essere un imponente piano di incentivo alla natalità per invertire il trend negativo del calo demografico in Italia”. E’ l’obiettivo della proposta di legge presentata alla Camera da Fratelli d’Italia e incentrata sulla promozione della natalità, il sostegno delle famiglie e del lavoro femminile e la sicurezza in ambito scolastico, nonché deleghe al Governo in materia di gratuità dei servizi educativi e delle scuole per l’infanzia e di revisione del trattamento tributario del reddito familiare.
Il testo si compone di sedici articoli e prevede, si legge al primo articolo, “il reddito per l’infanzia, per consentire l’erogazione di un assegno di 400 euro al mese per i primi sei anni di vita per ogni figlio minore a carico per le coppie con un reddito fino a 90mila euro annui, maggiorato in caso di particolari situazioni familiari, quali la presenza di figli con disabilità o di un nucleo familiare monogenitoriale”. Quest’ultima disposizione, viene spiegato, “vuole rappresentare una prima iniziativa per assicurare la piena attuazione della legge 22 maggio 1978, n. 194, e per scoraggiare il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza”. Al secondo articolo della pdl di Fratelli d’Italia c’è quindi “il reddito per la gioventù, per consentire l’erogazione di un assegno familiare di 250 euro al mese per ciascun figlio fino al compimento del venticinquesimo anno di età, quale misura di sostegno allo studio.

Il terzo articolo per il sostegno alla natalità si occupa invece degli asili nido prevedendo “un adeguamento dei posti disponibili” nelle strutture comunali, “il prolungamento degli orari di servizio”, “l’apertura anche nei mesi estivi, a supporto di tutti i genitori che lavorano” e “la promozione di asili nido familiari sul modello tedesco della tagesmutter”. Nella proposta di legge è quindi prevista “una delega al Governo per una profonda revisione del sistema fiscale, con particolare riguardo al complesso delle detrazioni e delle deduzioni, prevedendo misure di agevolazione in favore delle famiglie con figli a carico, al fine di assicurare un prelievo più equo e progressivo basato sul quoziente familiare”.
Prevista poi “la possibilità di detrarre le spese sostenute dai neogenitori per attività di consulenza psicologica e di psicoterapia individuale o di coppia entro i 24 mesi successivi alla data del parto, al fine di contrastare il fenomeno delle depressioni post partum”; le spese sostenute dalle neomamme “per i corsi di ginnastica posturale nei due anni successivi al parto”; le spese sostenute dai genitori “per la frequenza dei campi estivi da parte dei figli”. Inserita inoltre la previsione “di una disciplina di maggior favore in materia di durata dei periodi di congedo di maternità e di trattamento economico per i periodi di congedo parentale”; il potenziamento del Fondo per i caregiver familiari, misure per il sostegno delle famiglie nell’ambito dei servizi di trasporto locale; l’obbligo di spazi attrezzati per il cambio dei neonati in tutti gli edifici accessibili al pubblico e nei pubblici esercizi; il rilancio dell’occupazione femminile “facilitando l’accesso al lavoro part-time”; incentivi in favore delle imprese “che assumono neo mamme e donne in età fertile” e agevolazioni fiscali per le imprese “che prevedono, al loro interno, aree adibite ad asilo nido aziendale per le mamme lavoratrici”.
“La rimodulazione delle prestazioni a favore delle famiglie e, quindi, a supporto della genitorialità prevista dalla presente proposta di legge – scrivono i promotori della proposta di legge, tra cui il capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio Tommaso Foti – è concepita come un sostegno economico strutturale, quale diritto delle famiglie e non come un sussidio”.