50 milioni per il Quarticciolo: Rocca annuncia il piano che può cambiare Roma Est (tra case popolari e servizi)

I Carabinieri durante i controlli antidroga al Quarticciolo

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Roma, il Quarticciolo torna al centro dell’agenda politica regionale con un annuncio dal peso concreto: 50 milioni di euro per la riqualificazione. A dirlo è stato Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, durante l’incontro di fine anno con i giornalisti. La cifra nasce da un doppio canale: 30 milioni ricavati da una rinegoziazione dei fondi europei e 20 milioni già stanziati dal governo. Obiettivo dichiarato: una “trasformazione urbana importante” per un’area di Roma Est oggi segnata da degrado e insicurezza.

Il messaggio politico: dalla “piazza di spaccio” alla “città giardino”

Rocca non si limita alla contabilità: costruisce una narrazione di riscatto pubblico. Il Quarticciolo, ha ricordato, è diventato negli anni “piazza di spaccio” e simbolo di marginalità, ma “ha un potenziale enorme”. Il governatore insiste sull’identità del quartiere: “è bellissimo e con le sue splendide piazzette può essere luogo di socialità, proprio come accadeva negli anni Cinquanta”. E l’orizzonte promesso è netto: “Sarà una città giardino”. Un modo per dire che la politica vuole riprendersi lo spazio lasciato alla delinquenza.

Il nodo Ater: case vecchie, problemi strutturali e dignità abitativa

Il cuore dell’intervento riguarda anche i palazzi Ater, molti dei quali risalgono ai primi anni Quaranta e, nelle parole del racconto istituzionale, non sono in condizioni accettabili. Si parla di problemi strutturali, infiltrazioni d’acqua, e di un tema che diventa immediatamente sociale: mancanza di ascensori in edifici dove vivono anziani, a volte assegnati a piani alti e quindi di fatto “isolati”. Qui la riqualificazione non è estetica: è un’idea di diritto alla casa, manutenzione pubblica e normalità quotidiana.

Servizi sul territorio: la promessa di una Casa della Comunità

Accanto ai cantieri, Rocca aggancia la riqualificazione alla sanità di prossimità, che è anche presenza dello Stato nei quartieri difficili. Annuncia di aver “già sensibilizzato il direttore generale della Asl Roma 2” per individuare e attivare una Casa della Comunità. Il messaggio è politico: non basta risistemare i muri se poi mancano presidi, cure e punti di riferimento. In un territorio dove il degrado diventa terreno fertile per la criminalità, i servizi pubblici sono anche una risposta indiretta alla paura.

Il quadro regionale: fragilità, tasse e un’idea di “Regione presente”

Nel bilancio di fine anno, Rocca rivendica un anno “appassionante”, con “attenzione speciale alle fragilità” e con una Regione che, dice, è “presente nella vita dei cittadini anche oltre la sanità”. Inserisce nel discorso una misura dal forte impatto politico: dal 2026 “1 milione 800 mila contribuenti non pagherà più l’addizionale Irpef regionale”. È un modo per legare la cura dei quartieri e il sostegno sociale a una visione più ampia: meno pressione fiscale (per una platea indicata) e più intervento pubblico mirato.

San Giacomo e Umberto I: cantieri lunghi e grandi promesse

Nel suo intervento, Rocca richiama anche i grandi dossier sanitari romani. Cita l’approvazione in Senato del decreto legge Economia e l’impatto sul recupero del San Giacomo e del Policlinico Umberto I. Il San Giacomo, chiuso dal 2008 dopo 670 anni di attività, tornerà a uso sanitario “per effetto” di sentenze che impongono di rispettare la volontà del donatore. Rocca parla di lavori che “potrebbero iniziare già nel 2026” e di vocazione a “lungodegenze e dialisi”. Per l’Umberto I, invece, l’orizzonte è di 5 anni tra procedure e cantieri: “rigenerare tutta l’area”, con l’idea di recuperare palazzine per “studentati e laboratori” e l’ambizione finale: “realizzare il più bel campus universitario d’Europa”. Un annuncio che, come quello sul Quarticciolo, mette alla prova la politica sul terreno più difficile: trasformare le promesse in opere.