L’arroganza di D’Amato trascina Zingaretti nell’inchiesta

Arroganza Zingaretti

Nicola Zingaretti dovrebbe suonarle come merita ad Alessio D’Amato, perché è tutta dell’arroganza dell’assessore alla sanità se il governatore del Lazio è finito in una brutta inchiesta di nomine Asl che qualche problema può provocarglielo.

Il casino lo ha scatenato un attento consigliere di Fratelli d’Italia, Antonello Aurigemma, che ha pizzicato la regione in una sfacciata violazione di norme. Anche se poi è la Lega – a partire da Matteo Salvini – a chiedere conto a Zingaretti di quello che hanno combinato.

L’arroganza di D’Amato la paga Zingaretti

Sappiamo come la pensa Zingaretti e larga parte del ceto politico. Non ci si deve affidare mai alla magistratura per risolvere i conflitti tra partiti o con le istituzioni. Ma la condizione è che l’istituzione non faccia orecchie da mercante. E invece D’Amato, di fronte ai continui richiami di Aurigemma, pare che se ne sia bellamente fregato. E ora è indagato lui con un bel po’ di dirigenti regionali e della sanità oltre che il governatore. Del resto, se non ascolti…

Abuso d’ufficio è per ora il reato contestato nella proroga della indagine disposta dal gip che vede coinvolte 9 persone sulla vicenda relativa ad alcune nomine di dirigenti Asl. Il procedimento nasce da un esposto presentato nei mesi scorsi. Per indagare su una nomina in una Asl di un candidato che non avrebbe avuto i requisiti per accedervi. Tra gli indagati – stando ai giornali – anche Andrea Tardiola, segretario generale della Regione Lazio e Renato Botti, ex responsabile alla Salute della Regione. Oltre a Vincenzo Panella, direttore generale dell’Umberto I.

Che cosa hanno combinato alla regione Lazio

Nell’estate del 2019 proprio il consigliere regionale di FdI, Antonello Aurigemma, aveva presentato una interrogazione. Nel novembre dello stesso anno, l’assessore D’Amato rispose autoassolvendosi affermando che l’atto era “pienamente legittimo all’interno del quadro nazionale. La gran parte delle Regioni italiane ha adottato un’analoga metodologia, sia Regioni governate dal centrodestra, sia Regioni governate dal centrosinistra. Come Toscana, Umbria, adesso passata a un nuovo governo, ed altre ancora. Vi è stata un’interpretazione estensiva per dar modo a un’ampia platea di professionisti di partecipare all’Albo dei direttori amministrativi, per poi eventualmente essere presi da quest’Albo”. Ma pare che non fosse affatto vero. 

E lo scrive su fb proprio Aurigemma: “Mi viene in mente un proverbio che citava spesso mia nonna: ‘Non c’e’ peggior cosa che provare a parlare con un sordo che non vuol sentire’. Con rammarico, vista l’incapacità della politica di ascoltare e provare a comprendere le ragioni dell’altro, apprendo dell’inchiesta che sarebbe stata generata da una questione che a suo tempo portai all’attenzione del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e dell’assessore Alessio D’Amato”.
“Convinto delle criticita’ che segnalai a suo tempo, confidando nel lavoro della magistratura– conclude Aurigemma- ricordo a me stesso che ‘chi e’ artefice del proprio mal pianga se stesso'”.

Becca e porta a casa. L’arroganza di D’Amato comporta tutto questo per Zingaretti.