Casalbruciato, 150 famiglie al gelo a Natale. Ma non sono migranti e nessuno interviene

Casal Bruciato, anziano

A Casal Bruciato non è cambiato nulla dopo un anno. Lo denuncia il comitato di quartiere, riportando i video di palazzi dove piove dentro. Gente costretta a tenere il secchio in camera da letto, per evitare che si allaghi.

Le case di Casal Bruciato da Enasarco ad Ater

L’ultima mazzata per gli abitanti di alcune case ex Enasarco, la mancanza di riscaldamenti. In particolare, denuncia il Comitato, ci sono 150 appartamenti con i termosifoni spenti da domenica. Le famiglie che abitano in via di Casal Bruciato 25 e 27 sono tutte al freddo.

“Le palazzine sono di proprietà di Ensarco e dovrebbero essere vendute ad Ater ma ad oggi della vendita non abbiamo ancora nessuna certezza e intanto la manutenzione latita”. Sembra un film già visto. Esattamente un anno fa, gli abitanti hanno fatto la stessa denuncia. In questa come in altre strade, stessa dinamica. Il Comune ha fatto la classica “romanella”, che è durata il tempo dei primi freddi.

La denuncia del Comitato è pesantissima, perché “nelle occasioni passate gli interventi non sono stati risolutivi e gli inquilini continuano a vivere al freddo da tempo, tra loro anziani e disabili“.

 

Anziani e disabili al gelo, ma non sono immigrati

La sindaca Raggi e il presidente Zingaretti pensano alle loro vetrine. Alle loro beghe interne ed esterne. La sindaca, in particolare, come molti ricorderanno, venne a Casal Bruciato dando lezioni di tolleranza e di integrazione agli abitanti delle case popolari. Accompagnò una famiglia nomade, che si era aggiudicata la casa popolare. La sorridente Virginia incassò gli applausi dei buonisti, della sinistra da salotto. E ammiccò ai solidaristi da poltrona. Quelli che dal calduccio dei loro maglioncini di caschemire impartiscono lezioni di solidarietà e di integrazione.

Non avevano capito che la gente protesta perché in certi quartieri della Capitale, come appunto Casal Bruciato, mancano i servizi essenziali. Quelli che rendono una città degna di questo nome. Invece, un anno dopo, questa periferia è stata ulteriormente abbandonata. Ecco perché la gente del quartiere è tornata in piazza, più incazzata che mai.