Confesercenti, sulle riaperture dei ristoranti il Governo ci ascolti. Così in troppi saranno discriminati

“Il Governo sulle riaperture di bar e ristoranti dal prossimo 26 aprile ha deciso da solo, senza consultare la categoria. Chiediamo di essere ricevuti, perché si tratta certamente di un primo passo importante. Ma che rischia di discriminare fortemente gli esercenti che non hanno spazi all’aperto. Che sono tanti, e che comunque non potranno lavorare”. Così in una intervista a Roma Today il presidente della Fiepet Confesercenti di Roma e del Lazio Claudio Pica. Che ha lanciato l’allarme rispetto a un provvedimento attesissimo, ma che potrebbe almeno nelle prime settimane rivelarsi addirittura un boomerang. Pica, che è anche vice presidente nazionale di categoria, era già stato critico sulle linee guida per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative stilato dalle Regioni. E ha esteso il suo ragionamento anche a chi i tavoli all’esterno li potrà mettere. Ma che rischierà comunque, perché a maggio il tempo non è stabile. E in caso di freddo eccessivo o di pioggia, molte prenotazioni potrebbero essere annullate. Con il rischio per i ristoratori di ritrovarsi merce in giacenza acquistata a caro prezzo. Che potrebbe andare a male e non essere più utilizzabile. Con un grave spreco, dal punto di vista economico e della filiera alimentare.
Ecco il calendario delle riaperture. Fiducia ma anche molta paura
Per la Fiepet Confesercenti serve più coraggio
Un primo passo, ma non ancora sufficiente. E per ora adottato senza confrontarsi con la categoria. Queste le principali critiche della Fiepet Confesercenti alle modalità decise dal Governo per le riaperture dal 26 aprile. Così il presidente Claudio Pica ha fatto sentire la sua voce. Chiedendo più coraggio, e di venire incontro anche ai ristoratori che non hanno spazi all’aperto. E che a Roma, per esempio, sono tantissimi. Se si rispettano le misure di sicurezza, non si vede perché anche questi ultimi non possano lavorare, è stato il ragionamento di Pica. Che ha avuto qualcosa da ridire anche sulle distanze tra i tavolini. Due metri sono tanti, ha concluso il rappresentante apicale degli esercenti della ristorazione. Queste linee guida, potrebbero rappresentare un vero colpo mortale per tutto il settore. E per la sua filiera dell’indotto, che in termini di prodotto interno lordo rappresenta tantissimo per Roma, il Lazio e l’Italia. Insomma, bene le riaperture. Ma c’è urgenza di rivedere le regole prima della fatidica data del 26 aprile. Per evitare che le buone intenzioni si trasformino nell’ennesima delusione per un settore produttivo fondamentale e che ormai è giunto davvero allo stremo.

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