Un’arma in meno a Kiev, un medico in più al Cardarelli di Napoli

Cardarelli Napoli

Risparmiate qualche euro per Kiev e mandatelo a Napoli, direzione ospedale Cardarelli. Ancora una volta la sanità di Vincenzo De Luca ha mostrato il suo volto disumano con quella marea di barelle ammassate che hanno inondato i telegiornali.

Che vergogna le condizioni del Cardarelli, dove si registra la fuga dei medici: in quell’ospedale di Napoli non si può più lavorare. E nemmeno guarire se si continua così.

Il Cardarelli di Napoli è inguaiato

È il pronto soccorso il reparto inguaiato. Tantissime sono state le grida d’allarme da parte del personale sanitario e delle stesse organizzazioni sindacali, ma De Luca si limita ai soliti comizi contro il resto del mondo. Ieri se l’è presa con i cittadini che vanno sempre all’ospedale Cardarelli: li vuole direttamente al cimitero?

La situazione è davvero incresciosa, al punto che persino Matteo Salvini, come senatore della Lega, ha preannunciato un’interrogazione al ministro della Salute Speranza. Non si può più dire che tutto va bene e c’è bisogno di interventi rapidi per non far morire la sanità.

E Salvini interroga Speranza

Stando a quanto ha riferito l’Ansa, da settimane il pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli, il più importante della Campania, è alle prese con la crisi. Che è legata alla superaffluenza – in media 180-200 ingressi al giorno – e all’inadeguatezza dell’organico. Ora 25 dei 43 medici del reparto, sostenuti dalla Cgil, minacciano di andarsene: e il direttore generale del Cardarelli, Giuseppe Longo, giudica “corretto” il loro grido d’allarme.

Ricapitolando: per il governatore i cittadini si sbagliano ad andare lì. La Cgil scaglia i medici contro il governo regionale di sinistra. E il direttore generale giudica corretta la protesta. Non ci sentiamo presi tutti un po’ in giro da costoro? Fanno casino nella gestione e protestano pure, dandosi ragione a vicenda.

Ma anche basta con una sceneggiata che resta tale non solo perché si recita a Napoli. E non sarà la sconfinata presunzione del governatore in carica a poter nascondere il fallimento della sanità campana.