Regione Lazio, da casale agricolo a villa, B&B, Centro Sportivo o clinica: in Commissione parte la proposta di legge

Lazio, casale agricolo

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Regione Lazio, da casale agricolo a villa, B&B, Centro Sportivo o clinica: in Commissione parte la proposta di legge. In Regione Lazio è iniziato l’iter della proposta di legge regionale che potrebbe cambiare volto alle campagne del Lazio: la prima e forse decisiva seduta si è svolta lo scorso 22 maggio.

Presentata nella decima Commissione Urbanistica del Consiglio regionale, la proposta n. 167 del 17 luglio 2024 si pone un obiettivo ambizioso che qualcuno forse definirebbe ‘spregiudicato‘, ovviamente in senso politico.

Riqualificare il patrimonio edilizio rurale esistente, spesso abbandonato o sottoutilizzato, senza consumare nuovo suolo. Il provvedimento intende introdurre la possibilità di cambiare la destinazione d’uso di vecchi casali, stalle e magazzini agricoli, trasformandoli in residenze, strutture turistiche, centri sportivi o spazi socio-assistenziali.

Da casale agricolo a villa di lusso: dal degrado alla rinascita dei borghi

La legge punta a contrastare il progressivo degrado che ha colpito le aree rurali laziali negli ultimi decenni. Molti immobili sparsi nelle campagne sono ormai ridotti a ruderi, scollegati dal tessuto produttivo agricolo, e rappresentano una ferita aperta nel paesaggio.

L’idea di fondo è semplice: riutilizzare ciò che già esiste. In questo modo si potrebbe coniugare – entro certi limiti, si spera – la tutela ambientale con lo sviluppo economico, attraverso la valorizzazione dell’identità storica dei territori e delle tipologie costruttive tradizionali. Una logica di rigenerazione, non di espansione.

Destinazioni d’uso flessibili per gli ex casali agricoli, più premi volumetrici

La proposta apre a una pluralità di usi per gli immobili oggetto di recupero. Si potranno realizzare abitazioni private, ville, bed & breakfast, agriturismi, centri benessere, case di riposo, cliniche e perfino spazi di co-working rurale.

Un ventaglio ampio, pensato per rispondere alle nuove esigenze abitative, lavorative e turistiche. A rendere ancora più interessante l’operazione è l’introduzione di un premio di cubatura fino al 60%, per chi rispetti criteri di sostenibilità e efficienza energetica. Una misura che punta a incentivare concretamente il recupero edilizio.

Ospitalità diffusa e giovani imprenditori

Uno degli obiettivi strategici della proposta è favorire l’inserimento degli immobili riqualificati in circuiti di ospitalità diffusa. Il Lazio guarda così a modelli già affermati in altre regioni italiane, puntando sul rilancio dei borghi e sul turismo esperienziale.

L’apertura a nuove attività economiche potrebbe rappresentare un’occasione per attrarre giovani e nuovi imprenditori, offrendo alternative concrete alla fuga dai piccoli centri. Non solo turismo: anche artigianato, cultura e servizi sociali sono contemplati come potenziali destinazioni d’uso.

Un iter ancora in costruzione

Il testo della legge è solo al primo passo del suo percorso istituzionale. Nelle prossime settimane partiranno le audizioni con associazioni di categoria, ordini professionali e amministrazioni locali. L’obiettivo è raccogliere osservazioni e proposte migliorative, prima dell’approdo in Aula. La politica regionale si gioca così una partita cruciale: quella tra conservazione immobile e trasformazione sostenibile.

Un futuro rurale, ma non più nostalgico

La proposta non è priva di criticità. Il rischio di speculazioni e alterazioni del paesaggio è concreto, e la sfida sarà quella di bilanciare incentivi e controlli. Ma se ben regolamentata, questa legge potrebbe diventare uno strumento efficace per ridare vita ai tanti frammenti dimenticati del territorio laziale.

Il futuro delle campagne non è nei ricordi del passato, ma nella capacità di adattarsi ai bisogni del presente senza tradire la propria storia. E in questo, il Lazio sembra voler giocare d’anticipo.

Le riserve dell’Istituto di Urbanistica

Non mancano, certo, le voci critiche. L’INU–Lazio, sezione regionale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, ha espresso forti perplessità sulla proposta. In una nota visionata dalla nostra redazione, l’istituto parla di “grande preoccupazione” per l’impatto complessivo della normativa, sottolineando come le modifiche previste alla legge regionale sulla rigenerazione urbana (LR 7/2017), pur contenendo elementi innovativi, si muovano in direzione opposta rispetto alle reali esigenze delle città laziali, Roma in primis.

L’INU-Lazio ha istituito un gruppo di lavoro dedicato all’analisi del testo, a testimonianza della serietà delle criticità rilevate. L’allarme lanciato dagli urbanisti apre dunque un fronte di discussione che il Consiglio regionale non potrà ignorare, se vuole davvero coniugare sviluppo e sostenibilità.

Lazio, comunicato stampa della Commissione X Lazio Urbanistica