A 200 anni dalla morte escono numerosi libri che ci raccontano Napoleone

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Napoleone è diventato una leggenda alimentata subito dopo la sua morte, il 5 maggio del 1821, alla fine del suo esilio a Sant’Elena, una sperduta isola dell’Atlantico dove ha trascorso gli ultimi anni di vita. Napoleone Bonaparte è un argomento ghiotto per gli studiosi che, in vista del bicentenario della morte, l’hanno declinato con chiavi di lettura diverse illuminando aspetti particolari. Ernesto Ferrero  nel 2000 con “N”, romanzo in cui racconta i dieci mesi dell’esilio all’isola d’Elba ha vinto il premio Strega.

Molti i nuovi libri sulla vita di Napoleone

Ora torna a occuparsi del generale corso nel saggio “Napoleone in 20 parole”, in libreria con Einaudi. Un libro in cui condensa l’esperienza napoleonica in 20 temi-chiave che ne hanno segnato l’ascesa e la sua evoluzione. Temi fondamentali che mettono in rilievo le inesauribili capacità organizzative di Napoleone, le sue tecniche di comunicazione, la sua progettualità visionaria o il fatto che Napoleone fu, dice Ferrero, l’inventore della meritocrazia. E poi l’attenzione per l’arte, la rifondazione della macchina dello Stato cominciando dal Codice Civile.

Tutti gli aspetti del grande condottiero presi in esame

Il giornalista e storico Sergio Valzania, invece, considera l’esperienza napoleonica declinandola sotto il profilo militare. Nel volume “Napoleone e la guardia imperiale. La storia delle truppe che permisero al generale di costruire un impero” in libreria con Mondadori descrive il rapporto intenso che Napoleone ha avuto con i suoi soldati. Le sue fortune militari sono dovute ai grognards, i brontoloni, come lui stesso li ha battezzati affettuosamente.

I famosi soldati della sua Guardia Imperiale

Sono i soldati della Guardia imperiale che lo hanno seguito nelle sue campagne belliche. Valzania va alla ricerca della loro storia, dalla loro nascita in Italia come scorta personale del generale Bonaparte. F ino allo scioglimento avvenuto alcuni mesi dopo la battaglia di Waterloo, per opera di Luigi XVIII. Il re diffidava, a ragione, di un esercito che dopo avergli giurato fedeltà lo aveva abbandonato per seguire Napoleone nella sua ultima impresa.

Raccontati gli ultimi giorni di Napoleone

Vittorio Criscuolo, docente di Storia moderna e Storia dell’età dell’Illuminismo e delle Rivoluzioni all’Università Statale di Milano, ricostruisce infine il mito di Napoleone sviluppatosi subito dopo la sua morte. Nel saggio “Ei fu. La morte di Napoleone”, con il Mulino, lo storico descrive degli ultimi giorni trascorsi da Napoleone nell’isola di Sant’Elena e segue la costruzione della leggenda. Un mito che ha segnato l’immaginario dell’Ottocento, e che ha avuto uno dei suoi momenti culminanti nella grandiosa cerimonia del ritorno delle ceneri a Parigi nel 1840.

Il generale “radiografato” in tutti i suoi aspetti

Gli ultimi giorni di vita del generale corso sono al centro del contributo offerto da Luigi Mascilli Migliorini, professore di Storia moderna e accademico dei Lincei, con il volume “L’ultima stanza di Napoleone. Memorie di Sant’Elena”, per Salerno Editrice. Lo studioso ripercorre il lavoro interiore del condottiero nel suo soggiorno nell’isola, arricchito anche da attività pratiche come quella del giardinaggio. Un periodo in cui, allontanando i fantasmi del passato, usò il tempo dell’esilio per guardarsi dentro, lavorare sulla memoria scoprendo il suo spazio interiore.

Bonaparte diventa un tema letterario

In ogni caso, Napoleone non ha assunto soltanto un ruolo nell’ambito del dibattito storico e politico. La sua grande forza e le sue gesta, infatti, hanno ispirato anche intellettuali e letterati in Italia. In altri termini, è diventato fin da subito, anche nel nostro Paese, un tema letterario. A darne conto è Matteo Palumbo, ordinario di Letteratura italiana a Napoli, nel libro “Ei fu. Vita letteraria di Napoleone da Foscolo a Gadda” edito da Salerno Editrice.

Napoleone descritto da poeti e scrittori italiani

Tra la fine del Settecento e all’inizio dell’Ottocento, ricorda lo studioso, i versi dei poeti dipingono la sua grandezza. Il generale è ritratto come un giovane eroe o un traditore. È un simbolo della fede per Manzoni o un modello di successo borghese per Svevo. Si trasforma in apparizione onirica nel bosco del Barone rampante di Calvino. Compare in una celebre battuta di Miseria e Nobiltà. Viene usato da Gadda per contrapporre le falsificazione della poesia agli orridi veri della vita. Il libro racconta il mito di Napoleone e le sue metamorfosi secondo il nostro immaginario.

Il testamento politico di Bonaparte

Il catalogo della casa editrice Salerno è arricchito infine dalla nuova edizione aggiornata di un classico, “Napoleone” di Luigi Mascilli Migliorini. E dal volume curato da Annalisa Paradiso con l’introduzione e la postfazione di Luciano Canfora, “Le guerre di Cesare”, il testamento politico scritto dallo stesso Napoleone. In quest’ultimo libro, pubblicato a Parigi nel 1836, l’imperatore, confinato a Sant’Elena, fiaccato nel corpo e nell’anima, ma ancora lucido, detta al fedele Marchand il suo testamento politico, ricostruendo l’intera vicenda umana di Giulio Cesare.