A Roma cimiteri al collasso. Oltre 40 giorni per una cremazione

La situazione dei cimiteri romani ormai sembra fuori controllo. Come e più della pandemia. Questo almeno emerge dai dati portati all’attenzione della pubblica opinione dalla Federcofit. L’associazione di categoria delle imprese funebri che è stata sentita nella competente commissione in Campidoglio. I decessi nella capitale in tutto il 2020 sarebbero stati oltre 33 mila. Con un incremento di circa il 10% rispetto all’anno precedente. E inoltre secondo una tendenza consolidata circa il 50% defunti ormai esprime nel testamento la volontà di essere cremato. Da qui i lunghissimi tempi di attesa. Che in alcuni cimiteri come in quello Flaminio a Prima Porta arriva anche a superare i 40 giorni. Nei quali le salme vengono tenute in deposito, anche se il termine suona orribile. Con l’aggravante che in caso di cremazione, la cassa non deve contenere parti in metallo o zinco. E dunque non garantisce la tenuta stagna, specie per un tempo così lungo.

Eppure in altre città italiane come Milano le pratiche vengono sbrigate in 48 ore. Con il covid che da quelle parti non ha certo scherzato. Allora ecco l’accusa rivolta direttamente all’Ama e al Campidoglio. Di avere sottovalutato il problema, che non dipenderebbe solo dalla pandemia. E di essersi mossi troppo tardi per reclutare nuovo personale e potenziare le strutture.

Il Covid (e la Raggi) mandano in tilt i cimiteri romani: anche la salma di Proietti in attesa

Sullo scandalo delle cremazioni ‘lumaca’ Ama si difende. Stiamo lavorando, ma i tempi di attesa ai cimiteri sono infiniti

L’Ama ha tentato di difendersi dalle accuse di inefficienza nella gestione dei servizi funebri e dei cimiteri. Portate in commissione capitolina dalle associazioni di categoria e ribadite con forza dal sindacato. Per il segretario di Roma e del Lazio della Cgil Natale di Cola infatti la situazione era già nota da tempo. E fin dal 2017 si erano chiesti nuovi investimenti. Per mettere a posto i sei forni esistenti al cimitero Flaminio e costruirne di nuovi. Ma si è aspettato troppo, e adesso siamo al collasso. Da parte sua l’amministratore unico di Ama Zaghis ha garantito che stanno partendo le procedure per selezionare altro personale, che dovrebbe entrare in servizio nella tarda primavera del 2021. E ha promesso un’accelerazione anche sulla costruzione dei nuovi impianti. Che necessitano come quasi tutto in Italia di complicate procedure di autorizzazione. Ricordando che i decessi nella Capitale hanno segnato un più 50% di media tra ottobre e e dicembre.

Sarà, ma intanto lo scandalo resta. E non riguarda solo romani famosi come Gigi Proietti. Ma tante persone comuni, con i parenti messi in condizione di non poter dare una sepoltura degna ai loro cari. Una situazione indecorosa e grave anche dal punto di vista igienico sanitario. Alla quale bisognerà mettere mano al più presto.

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