A Roma troppe auto, trasporti carenti, ma con il car sharing in crescita: arriva il rapporto Mobilità 2025

Roma è sempre più una città a quattro ruote. Dentro il Grande Raccordo Anulare circolano oltre 1,85 milioni di auto e 395 mila moto. Numeri impressionanti, che raccontano di una città prigioniera del traffico, dove ogni giorno si muove un esercito di veicoli pari quasi al numero degli abitanti. Il tasso di motorizzazione tocca quota 820 veicoli ogni 1.000 persone, il terzo più alto d’Italia dopo Palermo e Torino. E mentre le corsie preferenziali si intasano e i mezzi pubblici arrancano, il dato che emerge dal Rapporto Mobilità 2025 di Roma Servizi per la Mobilità è tanto chiaro quanto impietoso: le auto non diminuiscono, aumentano.
Un’auto per ogni residente
Escludendo bambini e anziani, tra i 15 e gli 85 anni a Roma praticamente ogni persona ha un mezzo proprio: 979 veicoli ogni 1.000 abitanti. Un record che fotografa la totale dipendenza della città dal trasporto privato. I motivi? Trasporti pubblici lenti, poco capillari, spesso inaffidabili. E così, anche chi vorrebbe rinunciare all’auto, alla fine la tiene. La sola consolazione arriva dal rinnovamento del parco veicolare: le auto Euro 6 superano il 45% del totale e i motorini Euro 5 crescono del 49%. Ma è una magra vittoria: meno emissioni non compensano un parco mezzi che continua a gonfiarsi.

L’esplosione della mobilità condivisa a Roma
Eppure, una rivoluzione silenziosa è in corso. È quella del car sharing, che conquista sempre più romani. Nel 2024 le iscrizioni ai servizi di condivisione veicoli hanno superato i due milioni, con 13,6 milioni di noleggi in un anno. Il dato più sorprendente? Roma è la città italiana con la più alta percorrenza media per singolo noleggio: 16,5 chilometri. Segno che il car sharing non è più solo una scelta occasionale, ma un mezzo alternativo vero e proprio.
Il ritorno dell’auto pubblica
Cresce soprattutto il servizio “station based”, gestito da Roma Servizi per la Mobilità: un modello “ordinato”, in cui l’auto si prende e si riconsegna in stazioni dedicate. Gli iscritti sono aumentati del 38%, superando i 5.100 utenti, con 201 vetture e 344 stalli distribuiti in 13 municipi. Un piccolo miracolo di efficienza pubblica, capace di garantire vantaggi concreti: accesso libero alle ZTL, sosta gratuita sulle strisce blu e perfino uso delle corsie preferenziali.
I privati all’attacco
Ma a dominare la scena sono i colossi privati del “free floating” — Sharenow, Enjoy e Drivalia — che insieme mettono su strada 2.412 auto. Niente stazioni, niente vincoli: si prende e si lascia dove si vuole. È questa la formula che seduce migliaia di romani, spinti dalla voglia di libertà e dal timore del parcheggio impossibile. Anche le due ruote condivise registrano una crescita record: 1.400 scooter e oltre 50 mila clienti. E poi c’è il boom dei monopattini e delle biciclette, che in città toccano numeri mai visti.
Monopattini e bici: la nuova tribù urbana
Nel 2024 le famiglie con una bicicletta sono cresciute del 63%, sfiorando il milione. I monopattini privati sono 116 mila, quasi raddoppiati in un anno (+147%). Roma, con 13 mila monopattini condivisi, rappresenta il 34% del totale nazionale. Sei gli operatori attivi, per un totale di 21 mila veicoli in condivisione tra monopattini, bici e scooter. Una giungla elettrica che, tra slalom sui marciapiedi e parcheggi selvaggi, testimonia una trasformazione rapida e non sempre ordinata.
Lente ma reali le mosse verso la sostenibilità
Segnali positivi arrivano anche dal mondo del lavoro. Crescono del 15% le aziende che hanno nominato un mobility manager, una figura incaricata di organizzare spostamenti più sostenibili per oltre 446 mila dipendenti. E aumenta anche la rete delle colonnine elettriche: da 1.102 a 1.689 in dodici mesi, con un incremento del 53%. Un segnale incoraggiante, ma ancora insufficiente per una metropoli che ogni giorno si muove — o meglio, si blocca — sotto il peso del proprio traffico.
Il paradosso di Roma
Il Rapporto Mobilità 2025 mostra dunque una Capitale divisa: da un lato la città dei SUV e dei motorini, che continua a crescere; dall’altro, quella della mobilità condivisa, che prova a cambiare rotta. Roma corre, ma nella direzione sbagliata: più auto, più smog, più caos, ma anche un desiderio crescente di alternative. La speranza è che la Capitale sappia trasformare la voglia di condivisione in una politica vera, capace di far respirare una città che, troppo spesso, resta ferma ai semafori.