AAA, ristoratori disperati a causa del reddito di cittadinanza: personale di sala e di cucina cercasi

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Ristoratori ancora in difficoltà. “Pensavamo che la situazione fosse grave, ma non fino a questo punto, perché in realtà è drammatica. I locali – ristoranti, bar, pizzerie, cocktail bar, con o senza tavoli all’aperto – stanno per riaprire a pieno regime dal 1° giugno. La migliore e più fruttuosa stagione è alle porte, eppure in tutta Italia non si trova il personale di sala e di cucina. Sembra incredibile, ma è così. Il reddito di cittadinanza spinge a rimanere comodamente sul divano, piuttosto che a cercare una occupazione. Eppure, negli esercizi di somministrazione non si guadagna affatto male. Inoltre, chi cerca un impiego, chiede di lavorare in nero”. E’ quanto ha dichiarato Paolo Bianchini, presidente dell’associazione di categoria Mio Italia, Movimento imprese ospitalità.

I ristoratori: pochi vogliono lasciare un sussidio sicuro

“Nessuno vuole lasciare un sussidio sicuro per impegnarsi in un lavoro regolarmente inquadrato. È un problema enorme che interessa più livelli istituzionali: lo Stato, ovviamente, ma anche le Regioni, responsabili delle politiche attive del lavoro e della formazione. In questo senso, fra le urgenze ci sono pure la riforma dei centri dell’impiego, che non riescono a coordinare domanda e offerta, e un intervento deciso sul costo del lavoro”, ha spiegato Bianchini. “In ogni caso, dopo le restrizioni covid, che hanno massacrato il comparto dell’ospitalità a tavola, ora si preannuncia un’estate più problematica di quanto ci aspettassimo, a causa della mancanza di personale. Per il comparto Horeca non c’è proprio tregua”, ha concluso Bianchini.

Il 97,5 per cento dei ristoranti ha subito un calo del fatturato

E c’è da considerare che la quasi totalità dei bar e dei ristoranti, il 97,5% delle imprese, ha registrato nel 2020 un calo di fatturato. Per oltre 6 ristoratori su 10 la riduzione ha superato il 50% del volume d’affari dell’anno precedente. E’ quanto emerge da una recente indagine condotta da Fipe e Format Research nell’ambito del Rapporto Ristorazione 2020 di Fipe-Confcommercio. Inoltre, il 35,2% ritiene che il fatturato si sia contratto tra il 10% e il 50%. I motivi alla base della riduzione dei ricavi sono il calo della domanda a causa delle misure restrittive, sia sulle attività che sulla mobilità delle persone (88,8%), nella riduzione della capienza all’interno dei locali e nel calo dei flussi turistici. A fronte di tutto questo, i ristori previsti dal governo sono stati insufficienti. Per l’89,2% degli imprenditori i sostegni sono stati poco (47,9%) o per nulla (41,3%) efficaci.