Acca Larenzia: ricordati i tre missini assassinati 43 anni fa. Avevano meno di vent’anni

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Acca Larenzia: come ogni anno dal 1979, migliaia di giovani e meno giovani hanno ricvordato i tre giovani assassinati quel 7 gennaio di 43 anni fa. Fu un autentico episodio di guerra civile strisciante. Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, attivisti della sezione del Movimento Sociale italiano del Tuscolano, vennero barbaramente falciati da un commando comunista davandi la sede di via Acca Larenzia. Il terzo, Stefano Recchioni, fu colpito non si sa da chi mentre protestava con altri camerati davanti ai carabinieri schierati. Il processo assolse quello che inizialmente era stato indicato come autore dell’omicidio. Avevano tutti meno di venti anni. Le persone presenti, oggi, hanno tributato il “presente!” in maniera composta e suggestiva, come accade da oltre quattro decenni,

Meloni: per Acca Larenzia nessuna giustizia

Anche qualche esponente politico ha ricordato la strage, ma non esponenti del governo. “Quarantatré anni fa la strage di Acca Larenzia, una tragedia rimasta ancora senza colpevoli. È una ferita mai rimarginata perché per Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni non c’è stata nessuna giustizia. Onoriamo la memoria di questi tre giovani innocenti, vittime del terrorismo e della violenza politica, e continuiamo a chiedere che sia fatta piena luce su una delle pagine più buie della nostra storia nazionale”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

Gasparri: preferivano il Tricolore alla bandiera rossa

“Oggi si celebra la nascita del Tricolore. Ma nell’occasione voglio ricordare dei ragazzi morti solo perché preferivano il Tricolore alla bandiera rossa. Il 7 gennaio del 1978 furono uccisi a Via Acca Larenzia a Roma tre militanti del Movimento Sociale Italiano, Ciavatta, Bigonzetti e Recchioni. La loro memoria non si deve perdere. E non si deve neanche dimenticare la colpa della procura della Repubblica di Roma”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.

Acca Larenzia, ci sono prove della responsabilità della sinistra

“Ci sono prove evidenti che riguardano gli assassini che hanno colpito in quella via del quartiere Tuscolano 43 anni fa. Si conoscono gli ambienti dell’estrema sinistra che hanno usato una mitraglietta skorpion che poi, insieme alle persone che l’avevano impiegata, finirono nelle brigate rosse. La procura della Repubblica di Roma sa tutto, ma non colpisce gli assassini che ancora oggi potrebbero essere individuati, incriminati e condannati. Tra le tante colpe del porto delle nebbie di Piazzale Clodio c’è anche questa. E noi non dimentichiamo la colpa di tutti i procuratori della Repubblica che si sono succeduti a Roma compreso ovviamente Pignatone”, conclude l’azzurro.