Acea ‘padrona’ dell’acqua del Lazio (oltre ai rifiuti di Roma): parte in Regione la ‘nuova’ proposta di legge

Acea ‘padrona‘ dell’acqua del Lazio oltreché dei rifiuti di Roma? Manca poco all’avvio del dibattito istituzionale sulla proposta di legge che potrebbe ridisegnare in modo radicale la gestione dell’acqua nel Lazio. Martedì 17 giugno 2025, alle ore 13:00, presso la Sala Latini della Regione Lazio, inizierà infatti l’iter della Commissione – Lavori pubblici, infrastrutture, mobilità e trasporti per l’illustrazione della proposta di legge n. 206. Primo firmatario Cosmo Mitrano (Forza Italia) insieme a una schiera di consiglieri sempre in quota ‘azzurra’: Della Casa (ex M5S), Tripodi, Colarossi, Simeoni, Capolei e – ultimo firmatario – Cangemi.
La Commissione è presieduta dal presidente e primo firmatario della legge, Cosmo Mitrano (FI), vicepresieduta da Califano (PD) e Grasselli (FdI). Membri: Cangemi (FI), Cera (FdI), Della Casa (FI), Maura (FdI), Sambucci (FdI), Valeriani (PD).

Acea super ‘padrona’ dell’acqua del Lazio: via all’iter di legge
L’obiettivo della ‘nuova‘ proposta di legge? La creazione di un’Autorità Idrica Unica Regionale, una sorta di “super–Acea” destinata ad assorbire e accorpare i cinque attuali Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) del servizio idrico, che oggi frammentano in cinque sotto-ATO la gestione dell’acqua su base provinciale.
La grande riforma idrica: chi comanda l’acqua, comanda tutto
Con 3,9 milioni di abitanti solo nell’ATO 2 (che include Roma e 113 Comuni limitrofi della Provincia), la nuova autorità rappresenterebbe un polo di potere considerevole: non solo economico, ma anche politico. Tanto per intenderci, in soldoni, se la ‘nuova’ legge (che sembra la ‘fotocopia’ di una proposta di quattro anni fa) andasse in porto, la gestione dell’ATO 2 Acea di Roma e provincia passerebbe dalla mani del sindaco di Roma a quelle del Governatore del Lazio.
Lo scopo sarebbe di accorpare, sotto un unico ‘tetto‘, gli ATO dell’acqua e di Acea di Viterbo, Rieti, Latina e provincia (700mila persone), Frosinone e provincia (500mila persone) e Roma, per centralizzare la governance dell’intera risorsa idrica regionale. Spostando competenze e controllo in un unico ente con sede regionale. E unificando ciò che è al momento frammentato.
Un accentramento che, se approvato, rafforzerà inevitabilmente la posizione di potere di Acea, già gestore del servizio idrico per milioni di cittadini e, da tempo, sotto i riflettori per la sua posizione dominante anche nel ciclo dei rifiuti di Roma. Ricordiamo che il primo cittadino di Roma, Roberto Gualtieri, sta puntando alla costruzione di una maxi inceneritore da 600mila tonnellate annue.
Una quantità enorme di rifiuti, superiore anche per le esigenze pur elevate di smaltimento di rifiuti della stessa Capitale. La prospettiva è chiara: il nuovo ATO unico agevolerebbe gestioni “in house” su scala regionale, rafforzando la grande multiutility al 51% del Comune di Roma, già attiva sul territorio, sia nel settore rifiuti che acqua.
Un déjà-vu che sa di déjà-fail di Zingaretti bis?
Quello che accadrà il 17 giugno ricorda certo da vicino un tentativo già andato in scena nel 2021, sotto la giunta Zingaretti bis, quella della celebre “anatra zoppa”. Anche allora si provò ad unificare gli ambiti territoriali. Ma il progetto naufragò, travolto da veti incrociati, tensioni interne alla maggioranza e resistenze dei territori.
All’epoca, il Governatore Zingaretti, attuale capogruppo dem in UE, riuscì a restare in sella grazie al supporto determinate dell’M5S. I grillini entrarono nella Giunta Zingaretti bis con le due assessore Valentina Corrado e Roberta Lombardi (detta ‘La Faraona’). A sostenere la Giunta Zingaretti bis anche ampi ‘pezzi’ dell’allora FI, tra i quali figuravano i consiglieri Pino Cangemi e Enrico Cavallari.
Oggi, però, il contesto è mutato. Il centrodestra regionale gode di numeri più solidi, e la proposta arriva con una forte spinta politica di Forza Italia che conta su numeri decisamente più consistenti. Resta da vedere se l’opposizione PD, M5S, AVS- Alleanza Verdi e Sinistra e Polo Progressista accetteranno di buon grado di perdere autonomia decisionale sulla gestione della risorsa più preziosa.
La macchina dell’Autorità: poteri, struttura e controlli
La proposta di legge prevede una macchina istituzionale piuttosto articolata. L’Assemblea dell’Autorità sarà composta dai sindaci dei comuni del Lazio e dai presidenti delle province, con voto ponderato sulla base della popolazione. Il nuovo ente avrà autonomia contabile, amministrativa e tecnica. Al vertice, un Presidente, affiancato da un Consiglio Direttivo di 21 membri, con Roma Capitale che da sola ne esprimerebbe sei.
Spetterebbe, in tal caso, all’Autorità Idrica Unica del Lazio approvare le tariffe, i piani di intervento, la Carta dei Servizi, il modello di gestione, nonché esercitare il cosiddetto controllo analogo sui gestori del servizio idrico, pubblici o privati. Sarebbe inoltre responsabile della programmazione delle infrastrutture regionali e interregionali, incluse le dighe, e della definizione delle tariffe all’ingrosso dell’acqua.
La Governance, però, in tal caso si sposterebbe ancora più in ‘alto’, e forse ancora più lontana dai cittadini?
Acea in pole position: il potenziale asse acqua-rifiuti
L’istituzione dell’ATO unico non potrebbe certo che favorire l’ascesa di Acea, già regina dell’acqua a Roma e nei territori limitrofi. Con l’abolizione dei cinque ambiti, il nuovo ente potrebbe garantire affidamenti più centralizzati, stabili e duraturi, e con essi un controllo più forte da parte della Regione, ma anche una minore capacità d’intervento da parte dei singoli comuni.
Acea, già criticata per la sua gestione dei rifiuti nella Capitale, potrebbe così rafforzare il proprio monopolio ‘silenzioso’ su acqua e ambiente. Il tutto mentre la regione si prepara a riscrivere le regole del gioco.
Prossima tappa: 17 giugno 2025
L’appuntamento di martedì 17 giugno segna dunque l’avvio di un percorso legislativo che promette di far discutere. Il testo è già depositato dal 12 maggio 2025, ma il cammino verso l’approvazione sarà tutt’altro che lineare. Sul tavolo ci sono interessi miliardari, asset strategici e il delicato equilibrio tra enti locali e potere centrale.
Il Lazio si appresta a ridisegnare la geografia della sua acqua. Chi controllerà questa nuova mappa, potrebbe controllare molto di più. Anche a livello politico.
