Acqua in bottiglia sotto accusa, piene di inquinanti PFAS: marchi famosi tra le peggiori

Acqua minerale. C’è chi la sceglie frizzante, chi naturale. Chi la compra solo in vetro, chi punta sull’offerta al supermercato. Ma quanti si chiedono davvero cosa beviamo ogni giorno? L’ultima indagine condotta da Altroconsumo sull’acqua in bottiglia mette sotto accusa una parte consistente del mercato: su 21 marche analizzate, ben 6 sono risultate contaminate da una quantità preoccupante di TFA, un inquinante della famiglia dei PFAS, sostanze già da tempo note per i rischi che pongono alla salute.
Solo 3 le acque davvero “pulite”
In un panorama dove l’inquinamento ambientale si insinua perfino in ciò che pensiamo più sicuro, solo tre acque minerali sono risultate completamente prive di sostanze contaminanti: Blues Sant’Antonio (Eurospin), Conad Valpura e San Benedetto Eco Green Benedicta. L’analisi ha valutato anche elementi come la composizione chimica, l’impatto ambientale dell’imballaggio e la chiarezza dell’etichetta, ma la presenza di TFA è stato il parametro più determinante.

Le “bocciate” del test: marchi famosi tra le peggiori
Tra i prodotti peggiori, puniti per le alte concentrazioni di TFA (oltre i limiti previsti dalle nuove norme sull’acqua potabile), figurano anche marche molto conosciute: Levissima, Panna, Maniva, Fiuggi, Saguaro (Lidl) ed Esselunga Ulmeta. In particolare, Levissima è risultata contaminata anche da un’elevata dose di arsenico, così come Fiuggi, bocciata non solo per la qualità dell’acqua, ma anche per l’eccessivo impatto ambientale dell’imballaggio.
Cosa sono i TFA e perché sono dannosi
I TFA (acidi trifluoroacetici) sono parenti stretti dei PFAS, noti per la loro persistenza nell’ambiente e i potenziali effetti dannosi sul fegato e sulla salute riproduttiva. Anche se non esiste ancora un limite legale specifico per il TFA nelle acque potabili a livello europeo, la Commissione UE e l’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare)stanno rivedendo le soglie di sicurezza alla luce dei nuovi dati. Il verdetto aggiornato è atteso nel 2026.
