Addio a Luigi Tallarico, uno dei massimi esperti di Futurismo: scampò a un attentato grazie al pianoforte

libri tallarico (2)

Quando Luigi Tallarico, classe 1926, veniva al giornale, si metteva a discutere di arte e di politica con i redattori, intrattenendoci per ore con la sua cultura dell’arte. Arrivava di fretta, per consegnare qualche articolo, qualche elzeviro, si tratteneva con il direttore, più spesso con Gennaro Malgieri o Giano Accame, a lui molto cari, e poi si fermava in redazione per dare indicazioni su questa o quell’illustrazione con cui corredare il suo pezzo. E’ una figura cara anche al Movimento Sociale Italiano, era uno dei più grandi conoscitori del Futurismo e dell’arte di inizio Novecento. Innumerevoli le mostre, i convegni, i dibattiti di cui fu critico od organizzatore. Tutti volevano bene a Luigi Tallarico, originario di Crotone ma da decenni residente a Roma con la sua famiglia.

Tallarico era amico personale di Giorgio Almirante

Era amico personale di Giorgio Almirante e veniva volentieri nelle sezione del Msi a tenere le sue conferenze sul Futurismo, conferenze popolate più che altro da giovanissimi, che lo amavano molto. Ma non si creda che fosse solo un topo di biblioteca: non disdegnava la militanza, il coraggio, l’attivismo, in questo supportato dalla sua famiglia e in particolare dalla figlia Iolanda, attivista della sezione Colle Oppio. Fu con Iolanda, allora adolescente, che Stefano Recchioni trascorse le sue ultime ore prima di essere assassinato a via Acca Larenzia. E proprio a Colle Oppio avvenne il fatto di cui parliamo del titolo. Erano circa le 21 del 28 gennaio. In quei mesi gli attentati contro gli uomini e le sedi del Msi erano frequenti, quotidiani. Quello stesso giorno ce ne era stato un altro a Monte Sacro, sventato dall’abbaiare di un cane.

La violenta esplosione a casa sua

Al Colle Oppio, una potente bomba esplose di fronte all’appartamento dei Tallarico. Il bersaglio era il critico d’arte, che certo non si era mai distinto per episodi aggressivi. La sua arma era la cultura. Comunque l’esplosione danneggiò non solo l’appartamento ma l’intero stabile. Luigi Tallarico fu salvato dalla morte solo perché si trovava dietro al suo pianoforte che ne attutì le conseguenze. Erano gli anni in cui l’estrema sinistra non dava quartiere agli uomin e alle donne del Msi, nonostante la terribile strage di via Acca Larenzia. Il 10 gennaio precedente la stessa sezione Colle Oppio in mattinata era stata fatta esplodere con il tritolo e in serata erano stati uccisi Alberto Giaquinto mentre manifestava in ricordo di Acca larenzia e poco dopo Stefano Cecchetti al quartiere Talenti. Si trovava davanti a un bar frequentato da fascisti.

Tallarico segretario del Sindacato liberi scrittori

Così andavano le cose a quei tempi. Tallarico non dismise mai il suo impegno culturale, ricevendo anche nel 1995 la Medaglia d’Argento ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte. Fu per anni segretario del Sindacato libero scrittori italiani nonché collaboratore della rivista Futurismo Oggi. Ma soprattutto, insieme alla sua testimonianza, ci ha lasciato decine di saggi, sul Futurismo, su Marinetti, su Boccioni, curandone anche le relative mostre e intervenendo come relatore ai convegni sul Futurismo, l’ultimo nel 2013, a cura del Comune di Roma e l’Università di Tor Vergata.

I funerali si terranno lunedì 27 dicembre alle 10 alla chiesa Santa Trinità dei Pellegrini, nella piazza omonima.