Addio a Massimo Anderson, fondò il Fronte della Gioventù: ebbe più iscritti della Fgci

almirante anderson e cerullo (2)

“Siamo il Fronte della Gioventù! Attenti, compagni, non ne possiamo più!”. Era uno degli slogan preferiti dai giovani missini nel 1971, quando nacque l’organizzazione giovanile del Msi, guidata da Massimo Anderson, scomparso oggi a Roma all’età di 87 anni. Negli anni di piombo Anderson si trovò a dover affrontare una crisi senza precedenti, con strumenti inadeguati. Nato nel 1934, Anderson non fece in tempo a fare la Repubblica Sociale, ma si trovò nel mezzo di quella che fu una guerra civile strisciante, quella degli anni Settanta. E nel 1970 lo troviamo segretario giovanile del Msi, mentre il presidente della Giovane Italia è Pietro Cerullo, che gli sarà amico tutta la vita, il presidente del Fuan Cesare Mantovani. Il “federale” di Roma allora era l’indimenticato Loffredo Gaetani Lovatelli.

Anderson mobilitò decine di migliaia di giovani

Con la nascita del FdG, nel 1971, Anderson inizia a organizzare, mobilitare le decine di migliaia di giovani entusiasti che andarono incontro a una temperie senza precedenti nel dopoguerra. Uccisioni, ferimenti, attentati, arresti in quantità, beni distrutti, auto, moto e case incendiate, latitanze. Dal 1954 al 1963 Anderson è presidente della Giovane Italia (che era sorta nel 1950) e nel 1960 diviene consigliere comunale capitolino. Nel maggio del 1970, dopo l’omicidio di Ugo Venturini a Genova, Anderson convoca a Palazzo del Drago la direzione nazionale giovanile per una massiccia mobilitazione in difesa del partito e della libertà di espressione.

Consigliere comunale e regionale

A giugno, alle regionali, il Msi sale ancora: alla regione Anderson viene eletto, insieme con De Marsanich, Formisano, Maceratini e Finestra. Intanto il FdG ottiene un successo inaudito: arriva a 85mila iscritti, più della omologa Fgci. Ma altrettanto violenta sarà la reazione delle sinistre contro questi giovani. Intanto Anderson divide i suoi impegni tra regione, FdG, comizi. Innumerevoli quelli con scontri, a Monte Mario e altrove, e quelli proibiti dalla questura, come a piazza Barberini. Tra l’altro, Anderson era uno dei relatori al celebre comizio di piazza San Giovanni di Dio del 1974, con Rauti e Romualdi, dove vi furono scontri inauditi e dove nessuno ovviamente poté parlare. Ma la risposta militante ci fu.

Comizi di piazza sempre turbolenti

Famoso anche il comizio di Anderson con Caradonna e Romualdi a piazza Santi Apostoli contro la visita in Italia del sovietico Gromyko, che i ragazzi del FdG impiccarono in effigie. Ma gli episodi sarebbero innumerevoli. A settembre 1971 nasce il Fronte della Gioventù, con insediamento a Palazzo del Drago. Vice segretario è Pietro Cerullo. Rapporti continui, riunioni, corsi di aggiornamento quadri: così Anderson dette vita e linfa al movimento. Nel settembre 1976, in occasione della seconda scossa in Friuli, Anderson mobilitò immediatamente tutti i giovani del Fronte del nord Italia. Iniziative del FdG contro la droga, mercatini del libro, convegni, lotta nelle piazze. Ma la reazione delle sinistre era feroce e spietata. Fu il periodo più duro che culminò poi con la strage di Acca Larenzia.Ma Anderson non c’era già più.

La scelta dolorosa di Anderson

Perché nel 1976 ci fu il dramma di Democrazia nazionale, che falcidiò il Msi e ne mise a rischio la sopravvivenza. Anderson però aderì solo nel giugno successivo, portando con sé, grazie alla stima che riscuoteva, persone di grandissimo valore, come Alberto Rossi capo dei Volontari nazionali, lo stesso Pietro Cerullo, la comandante delle ausiliarie della Rsi Piera Gatteschi Fondelli. il direttore del Borghese Mario Tedeschi e migliaia di altri. Fu un periodo  tragico: fioccarono le espulsioni e Almirante ne fece una malattia. Li chiamava “quelli che se ne sono andati” e proibì alla tipografia del Secolo di stampare qualsiasi loro pubblicazione. Il 3 giugno Anderson e Cerullo se ne andarono. Segretario del Fronte divenne Gianfranco Fini.

Negli anni successivi Anderson si occupò d’altro, ma le amicizie e il cameratismo rimasero, come testimoniano oggi gli attestati di stima che la sua scomparsa sta provocando. Partecipava anche alle cene, negli ultimi anni, dei “reduci” del Fronte organizzate dalla vecchia guardia.

La commozione dei suoi amici: da Gramazio a La Russa

Fra i primi a divulgare la notizia è stato Domenico Gramazio, con un breve, ma sentito post sulla sua pagina Facebook. «Massimo Anderson ci ha lasciato, lo ricordiamo con infinito affetto», si legge nel messaggio, firmato dai militanti delle organizzazioni giovanili del Msi. “Massimo Anderson ci ha lasciato – dice Ignazio La Russa -. Per me giovanissimo fu, con Pietro Cerullo, il capo degli anni della militanza giovanile. Fu un amico sincero. Presidente Massimo Anderson: Presente !”

Il ricordo di Anderson del senatore Gasparri

Commosso il senatore Maurizio Gasparri, che del Fronte fu il segretario provinciale. “Ho appreso con grande dispiacere della morte di Massimo Anderson. Impegnato da molto tempo nella tutela della proprietà immobiliare con le associazioni Arpe e Federproprietà, fino all’ultimo è stato animatore di riviste, di pubblicazioni che non hanno mai trascurato il campo dei valori politici e morali per i quali si è a lungo battuto”. “In gioventù protagonista della militanza della destra, guidò a lungo la Giovane Italia e il Fronte della Gioventù. Fino all’ultimo ha offerto sempre un contributo di idee e di proposte alla realtà romana e non solo. Puntuali le sue sollecitazioni al Parlamento e i convegni con cui si proponeva sempre l’obiettivo di difendere diritti fondamentali”, prosegue il senatore di Forza Italia. “Lo ricordo con rimpianto perché dopo un lungo e ampio dibattito politico, avevamo trovato costanti e proficue occasioni di confronto. Resterà uno dei protagonisti della storia politica della destra italiana del dopoguerra”, conclude Gasparri.