Addio a Mauro Baldini, vera memoria storica di Manziana e animatore della Pro Loco

mauro baldini
Quando ho visto l’annuncio funebre in piazza a Quadroni, sono rimasto spiazzato, perché pensavo che Mauro Baldini non potesse mai andarsene. E invece se ne è andato pure lui: “tempus irreparabile fugit”. Era qui nel 1988 quando approdai a Manziana, e le nostre vite si sono sempre incrociate, più nel bene che nel male. Per un periodo venne ad abitare con la sua famiglia vicino a me, alle Fornaci, ma poi Mauro volle ritornare in paese, perché si sentiva – e lo era – inserito profondamente nel tessuto sociale e popolare di Manziana. “Le Fornaci sono un quartiere di forestieri”, diceva sempre ridendo. Voleva stare in piazza, vicino a Ughetto, vicino alla chiesa, vicino all’Entrone, e quando oggi sono passato vicino alla panchina dove ultimamente si metteva con la Cesarina, ho avuto un groppo alla gola. Ma quello era il suo habitat naturale.

Un matrimonio durato tutta la vita

Con la Cesarina si era fidanzato nel 1957, e da allora sono rimasti sempre insieme. Per tutta la vita. Vita allietata dalla nascita di due figli, Antonio e Fausta, e poi dalla nascita dei nipotini. Che ora non sono più tanto nipotini, perché mi dicono che Maria Sole è addirittura laureata. Davvero, “tempus irreparabile fugit”… come aveva ragione Virgilio. Antonio lo conosco poco ma Fausta la conoscevo bene, soprattutto da quando venne a vivere a Manziana. Aperta, solare, decisa. irruenta, genialmente stravagante, oltre che bellissima, mi era simpaticissima. E confesso la mia vigliaccheria, io che in genere sono un coraggioso: la sua prematura dipartita mi ha colpito talmente che non ebbi il coraggio neanche di andare ai funerali, per non dover guardare negli occhi Mauro e Cesarina, devastati da un abisso senza limiti. Non ce l’ho fatta.

Scrisse un libro su Manziana

Mauro, anzi, Mauretto, come lo chiamavano gli amici, era la memoria storica di Manziana, insieme con pochissimi altri. Scrisse anche un libro insieme con Mauro Totteri, “Lessico manzianese”, che mi regalò e sul quale feci una recensione che chissà dov’è adesso. Quando volevo sapere qualcosa della storia di Manziana andavo da lui, e lui non solo la sapeva, ma perdeva il suo tempo per raccontare a me le cose che la maggioranza dei manzianesi aveva dimenticato. Conosceva anche storie interessanti dei tempi della guerra, e qualcuna l’ho anche raccontata. Nella vita ha fatto con successo il mestiere di rappresentante, girando come una trottola per tutto il Lazio, ma ritornava sempre a Manziana perché per anni, forse decenni, è stato impegnato con la Pro Loco, alla quale ha dato nuovo slancio e vigore.

Baldini valido consigliere comunale

E’ a questo periodo che risale qualche nostra divergenza, poi appianata grazie all’intervento del suo – e mio – fraterno amico Generoso Mancini, che me lo fece conoscere per quello che era. Una persona buona, nobile e interessata solo alla “sua” Manziana. Con Mancini poi fu consigliere di opposizione, poi di maggioranza, poi si tirò fuori dalla politica avendo capito che i suoi interessi e le sue passioni erano altre. Ma considerava l’amicizia un valore sacro. Con Mancini c’era un rapporto spettacolare, si capivano quasi senza parlare: Mauro ascoltava Mancini quando si trattava di fare dura opposizione in consiglio comunale, e Mancini ascoltava lui quando si trattava delle associazioni del paese. Una fedeltà eterna e salda come il diamante tra i due: nessuno abbandonò mai l’altro, e questo lo posso dire per conoscenza diretta.

Affrontò con animo saldo le difficoltà della vita

La sua dedizione e lealtà verso la sua comunità erano assolute, per difendere la quale non si fermava davanti a nulla. Per decenni, fummo sempre ottimi amici, perché ognuno aveva capito la buona fede e la lealtà dell’altro. Ci sarebbero altre centinaia di aneddoti, di racconti da raccontare, ma lascio che ognuno ricordi Mauro nel suo cuore e nei suoi ricordi, di come abbia affrontato le temperie della vita con animo saldo. Quello che è certo è che oggi Manziana perde una parte importante della sua storia e della sua memoria e un uomo dal cuore sincero, capace di essere fedele alla sua famiglia e alla sua gente per tutta la vita: di questi tempi, caso raro. D’altra parte, come diceva Tolkien, “le radici profonde non gelano”…
P.S. Sarebbe ora che Manziana iniziasse a ricordare i suoi figli migliori con l’intitolazione di un giardino, di una via, di un largo: perché non cominciare da Mauro Baldini?
(Foto tratta da Facebook)