Addio a Perry Bamonte: morto a 65 anni lo storico chitarrista dei Cure
La notizia è arrivata senza clamore, ma ha colpito dritto allo stomaco chi ama la musica: Perry Bamonte è morto. Il chitarrista e tastierista dei Cure, figura centrale nella storia della band britannica, si è spento a 65 anni, lasciando un vuoto profondo non solo nel gruppo guidato da Robert Smith, ma in un’intera generazione di ascoltatori.
Bamonte se n’è andato durante le festività natalizie, dopo una breve malattia, nella sua casa. A comunicarlo sono stati gli stessi The Cure, con un messaggio sobrio e intenso, nello stile che da sempre li contraddistingue. Nessun annuncio roboante, solo parole sentite per ricordare un musicista definito “vitale, creativo, silenziosamente fondamentale” per l’identità della band.
Il ruolo di Perry Bamonte nei Cure
Entrato ufficialmente nei Cure nel 1990, Perry Bamonte non è stato un semplice turnista o comprimario. Prima ancora di diventare membro effettivo, aveva già lavorato come tecnico e collaboratore del gruppo, conoscendone dinamiche, fragilità e ambizioni. Quando salì sul palco come musicista, lo fece con una naturalezza che sembrava inevitabile.
Il suo contributo è inciso in album diventati pietre miliari come Wish (1992), Wild Mood Swings (1996), Bloodflowers (2000) e The Cure (2004). Chitarra, tastiere, arrangiamenti: Bamonte sapeva muoversi tra le ombre e le aperture melodiche tipiche della band, senza mai rubare la scena, ma rendendo tutto più solido, più profondo, più vero.
Una carriera vissuta sul palco
Dal vivo, Perry Bamonte è stato una garanzia. Oltre 400 concerti nel suo primo lungo periodo con i Cure, a cui si sono aggiunte decine di date dopo il ritorno sul palco nel 2022, quando era tornato a far parte della formazione live. Un rientro accolto con entusiasmo dai fan, che lo consideravano uno dei volti più autentici della storia del gruppo.
Nel 2019, insieme agli altri membri dei Cure, Bamonte è stato inserito nella Rock & Roll Hall of Fame. Un riconoscimento arrivato senza clamori personali, ma che ha certificato ufficialmente ciò che il pubblico sapeva da tempo: il suo peso artistico era reale, duraturo, imprescindibile.
L’eredità di Perry Bamonte
La morte di Perry Bamonte ha scosso profondamente la comunità musicale internazionale. Non era un personaggio da copertina, né un protagonista da social network. Era uno di quelli che costruiscono il suono, tengono insieme i pezzi, fanno funzionare la macchina senza bisogno di applausi personali.
E forse è proprio per questo che oggi la sua assenza pesa così tanto. Perché Bamonte rappresentava quella musica vissuta come mestiere, passione e responsabilità. Senza eccessi, senza pose, ma con una dedizione assoluta.
I Cure continuano il loro cammino, ma da oggi lo fanno senza uno dei loro pilastri più silenziosi. E chi li ha ascoltati davvero, lo sa.