Addio al conte Alessandro Malatesta di Torredadria: una vita tra Beatles, Lotus e radio libere

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Si sono svolti sabato pomeriggio a Santa Marinella le esequie del conte Alessandro Malatesta di Torredadria. La sua famiglia aveva una bella casa nella località balneare alle porte di Roma, e lui stesso era ben conosciuto a Santa Marinella, dove veniva sin da bambino, e poi da ragazzo, e poi con la famiglia, la moglie Daniela e le figlie Olimpia e Ginevra. Era una persona davvero speciale: grande signore innanzitutto, un modo di comportarsi molto “inglese”, un’educazione impeccabile, una gentilezza innata. Si dimostrò subito un irrequieto, e aveva due grandi passioni. La musica, e in particolare i Beatles, e le automobili sportive, in particolare le Lotus. Era nato nell’aprile del 1948 e se ne è andato nell’aprile di quest’anno, accompagnato dalle tre donne della sua vita e dagli amici più cari.

Alessandro Malatesta era un vulcano di iniziative

Fece molte cose nella sua vita, era davvero un vulcano in movimento, ma senza dubbio la più importante, che risale all’epoca in cui lo conobbi, fu la creazione di RadioRoma, la prima radio libera di Roma, la terza in Italia. La prima in assoluto era stata RadioParma, andata in onda nel gennaio 1975, il cui fondatore era amico di Alessandro, e poi venne Radio Milano International, nel marzo quell’anno. E poi ci fu RadioRoma, nel giugno successivo, che era ubicata in via Trionfale. Per chi se lo ricorda, fu un periodo davvero storico, il monopolio statale era infranto da queste radio, che all’inizio erano addirttura chiamate “pirata”, tutte create da personaggi incredibili. E Alessandro era uno di questi. Lui riuscì ad antivedere le potenzialità di uno strumento di questo genere, e le sfruttò nel migliore dei modi.

L’impegno in RadioRoma

Negli anni Settanta Alessandro era sempre lì, in quella bella palazzina, a organizzare, assumere, gestire i variegati personaggi che orbitavano intorno alla sua creatura. E insieme a quelli i suoi amici, come noi, che spesso lo andavamo a trovare. E nonostante fosse subissato di lavoro, sempre impegnato, con la sua abituale cortesia, spontanea, riusciva a riservarci l’attenzione e il tempo che probabilmente non aveva. Sembrava, e forse era così, che fosse davvero sempre contento di vederci. Aveva istituito una celebre rubrica, sull’onda della sua passione, che si chiamava “Beatles forever”. E a questo proposito dobbiamo dire, senza timore di essere smentiti, che era il maggior esperto italiano del gruppo di Liverpool. Alessandro era a Roma, al teatro Adriano, ragazzetto, nel giugno 1965, quando i Beatles suonarono per la prima volta da noi.

Alessandro Malatesta e i Beatles

Forse lì nacque questa passione per loro, e non sembri “normale”: i Beatles furono considerati per molto tempo solo un fenomeno di costume, spesso avversato o trascurato. La stessa accoglienza in Italia, specie a Milano, fu piuttosto fredda. A Genova suonarono solo mezz’ora. A Roma invece il pubblico fu più caldo, e così suonarono due giorni. Ma Alessandro aveva capito che i quattro erano latori di una autentica rivoluzione musicale, cosa che la maggioranza delle persone capì solo qualche anno dopo, quando si sciolsero nel 1970. L’estate Alessandro le divideva tra la permanenza a Santa Marinella, nelle cui strade sfrecciava con le sue auto veloci (ricordo bene la Alfa Romeo Gtv argento) e i viaggi. Con un pulmino Volkswagen caricava i suoi amici e partiva per le destinazioni più belle, spesso nel Regno Unito.

Il rapporto con le sue amate Lotus

Poi, anni dopo, focalizzò in suo interesse per le macchine sportive sulla inglese Lotus, di cui ha posseduto diversi esemplari. Mi raccontava che tutte le settimane doveva ricaricare le batterie delle auto parcheggiate, altrimenti non sarebbero partite. Organizzò e realizzò numerosi raduni di Lotus, portandole in giro per farle ammirare, soprattutto nei borghi più caratteristici del Lazio. Fu imprenditore, organizzatore, giornalista, manager, e soprattutto frontman della sua radio. Per la quale intervistò, e non va dimenticato, gli stessi Beatles, David Bowie, Bruce Springsteen, i Genesis, e molti altri, tutti mostri sacri dell’arte musicale mondiale. Pochi giornalisti possono vantar eun simile curriculum. Ma a lui non importava, importava solo che la sua creatura, l’emittente, andasse bene. E andò bene, grazie soprattutto al suo lavoro.

Le corse in auto con le figlie

Adorava la sua famiglia. Lo hanno raccontato le due figlie, nell’ultimo saluto al papà, in due commoventi discorsi pronunciati in chiesa, in cui sensazioni, emozioni e sentimenti  si mescolano con i ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza, con le corse in auto a tarda notte con papà, con i racconti dei suoi viaggi, con una vita familiare inconsueta ma certo piena di fascino per due bambine. Il suo affetto per loro è ovviamente fuori discussione, ma ci dà la cifra di Alessandro: era uno che sapeva dare amore a tutti. Insomma, era una di quelle rare persone che ti faceva sempre piacere incontrare. E non ci si imbatte facilmente in un uomo così.