Addio all’artista livornese Alberto Fremura: scrittore, pittore, collaborò con “il Borghese”

L’artista livornese Alberto Fremura, apprezzato e sferzante vignettista satirico e caricaturista d’eccellenza, per quotidiani nazionali, libri e perfino per il calendario di Frate Indovino, è morto oggi all’età di 87 anni a Fenis. Si era trasferito da pochi anni in Valle d’Aosta vicino alla figlia Cristina, dopo essere sempre vissuto a Livorno. Lascia anche un’altra figlia, Arianna, artista come lui. Nato a Livorno nel 1936, Fremura si laureò in Economia all’Università di Pisa ma è la passione dell’arte che lo ha accompagnato fin da ragazzo e che poi poco più che ventenne è diventata la sua vera professione. Pittore, illustratore, acquerellista, litografista, è diventato un disegnatore umorista molto apprezzato, collaborando soprattutto con testate satiriche o di giornalismo politico.
Le collaborazioni con quotidiani e periodici: da Il tempo a il Broghese
Tra cui “Il travaso” (dove esordisce nel 1957) e “Il Borghese” diretto da Leo Longanesi, e quotidiani come “Il Telegrafo”, “Il Tirreno”, “Il Tempo”, “La Nazione” e “Il Resto del Carlino” (e, per tre anni, con “Il Giornale” di Indro Montanelli). Ha sempre commentato con le sue vignette i casi di politica, di costume e di cronaca nera più eclatanti degli anni ‘70 e ’80. Fremura fu anche scrittore e illustratore di libri, tra cui “Arca Miseria”, “Urge diluvio stop” (Pietro Magi), “Nonna minestra” (con Aldo Fabrizi), “Proverbi toscani”, “Pelle e Ossola”, “Italia purtroppo” (con Pietro Magi), “Cronache italiane 74 – atto primo / atto secondo”. Tra i libri illustrati “Le veglie di Neri” di Renato Fucini. Le sue vignette sono apparse anche su “Sipario”, “La Settimana Incom”, sui volumi delle collane “Gialli Mondatori” e “Segretissimo”, su “Help” e “La peste”.

Centinaia le copertine per libri
Nel 1969 fondò, insieme a Giuliano Nistri e Giovanni Isidori, la rivista umoristica “Allucinogeno”. Centinaia sono le copertine disegnate per libri di importanti scrittori e semplici narratori locali. Ha illustrato anche la Genesi, una pregiata edizione di Pinocchio in aretino e molti libri di fiabe. Ha poi partecipato in tutto il mondo a importanti rassegne di umorismo grafico e ha dipinto murales di grandi dimensioni in diverse città italiane. Pubblicato prevalentemente da testate di destra conservatrice, Fremura è stato tra i pochi disegnatori satirici che ha goduto comunque di rispetto e stima anche a sinistra. E questo, sia per il livello artistico eccezionale sia perché espressione di satira genuina.
Fremura apprezzato anche all’estero
E’ stato così pubblicato anche da riviste come la britannica “Punch”, dove appariva come uno dei “world’s major cartoonist”, la statunitense “New Yorker”, l’italiana “Linus”, la francese “Paris Match”. Ha ricevuto importanti riconoscimenti, dalla Palma d’oro del Salone internazionale dell’umorismo di Bordighera (1962) al Premio satira politica (Forte dei Marmi, 1989) e al Premio Giorgio Cavallo (terza edizione, Moncalieri 2001). Pur avendo respirato a pieni polmoni l’humour livornese Alberto Fremura, e pur avendo amato sempre Livorno tanto da non averla mai lasciata se non negli ultimi anni della sua vita, non è mai stato un “provinciale”. Amatissimo pittore, è stato nel suo studio nella torre di Calafuria quasi un’attrazione di Livorno, meta di appassionati d’arte.